martedì 30 dicembre 2008

Ciaspolata a CAPANNA MAUTINO - Cesana Torinese (TO) - ITALIA

Data escursione: 30 Dicembre 2008
Quota partenza (m.): 1440
Quota vetta (m.): 2140
Dislivello complessivo (m.): 700
Durata salita: 3h
Difficoltà: MR (scala difficoltà)
Esposizione: Nord
Località partenza: Busson (Cesana Torinese(To) - Piemonte)
Partecipanti: Io e Silvia, Michele e Nicoletta, Adele, la guida Piero


Questa è una gita molto facile perchè si snoda sulla strada sterrata che salendo da Busson in direzione lago Nero arriva alla Capanna Mautino. Si può percorrere tutta la strada sulla traccia battuta dal "gatto".Volendo invece renderla un pò più impegnativa si possono effettuare vari tagli tra i boschi e i prati ho sulle tracce di altri "ciaspolatori" come abbiamo fatto noi per il primo tratto o addirittura decidere di fare una traccia nuova come abbiamo fatto nell'ultimo tratto quando eravamo in prossimità del rifugio.



P.S. La sua facilità la rende molto fattibile in giornate di maltempo (come la nostra) oppure anche in notturna.



Salire quindi da Busson in direzione Lago Nero seguendo in parte la strada. Quindi giunti al Lago Nero piegare a dx risalendo il versante per giungere in breve al pianoro prospicente la capanna.

Arrivo alla Capanna Mautino


Da SX: Io, Michele e Nicoletta, mia moglie Silvia

Discesa lungo itinerario di salita.

Nota sul rifugio: Il rifugio ha da poco cambiato gestione ed il nuovo gestore Marco Ferraris ci ha "ospitato" davvero bene. Ottima e abbondante la sua cucina, squisite le torte, gentilissimi e cordiali lui e i suoi collaboratori.
Sarà la ciliegina sulla torta di ogni buona uscita in zona e lo consiglio a tutti. www.capannamautino.it

domenica 16 novembre 2008

Money - Pink Floyd


" New car, caviar, four star daydream

Think I'll by me a football team "


domenica 26 ottobre 2008

Trekking - GUGLIA ROSSA (Aguille Rouge) - Bardonecchia (TO) - ITALIA

Data escursione: 26 Ottobre 2008
Quota partenza (m.): 1750
Quota vetta (m.): 2545
Dislivello complessivo (m.): 795
Durata salita: 2h
Difficoltà: E
Esposizione: Ovest
Località partenza: Colle della Scala - Melezet (Bardonecchia(To) - Piemonte)
Partecipanti: Io e Silvia, Gianluca e Laura, Maggie "minilepre"

Questa è l'ultima gita di trekking prima delle abbondanti nevicate, che ci siamo potuti godere quest'anno e non poteva essere una giornata migliore. Tempo stupendo, cielo terso ed una discreta temperatura a dispetto del periodo e della quota.

Siamo riusciti a coinvolgere in questa uscita i due nostri amici novaresi con il loro splendido cane. Anche loro amanti della montagna e nuovi a questa zona. Sono rimasti affascinati dal paesaggio e dalla impagabile vista che si gode dalla vetta.

Decidiamo di partire dal Colle della Scala (ovvero la via francese) anzichè dalla classica partenza italiana dai rifugi di Valle Stretta. Il sentiero da questa parte è più diretto ma sinceramente lo trovo meno noiso perchè evita il lungo traverso che altrimenti si è obbligati a fare una vola arrivati al lago di Thures per andare a prendere il sentiero che sale in vetta (quello che appunto noi prendiamo dall'inizio)

Cominciamo a camminare verso le 10.00 per evitare il freddo della mattina anche visto e considerato che contiamo di essere in cima in 2h. Per il primo tratto il sentiero si inerpica con ripidi tornati all'interno di un bel bosco di larici per poi sbucare sulle prime praterie da cui già si staglia all'orizzonte le vetta della Guglia Rossa con la sua classica forma a piramide dal particolare colore rossastro.

Luca & Silvia ........ Laura & Gianluca
.....................Maggie

Poco più avanti giungiamo al colle ed abbiamo un colpo d'occhio unico sui due laghi, il Lac de Chavillon (o di Thures)più in basso e quello di Bellety più in alto.
Da qui siamo ai piedi della piramide finale. Dopo una breve sosta perun sorso d'acqua ripartiamo per l'ultima mezz'ora che ci porterà in cima. Il sentiero è abbastanza ripido, costante e molla solo nei tornati che vanno via via stringendosi mano a mano che ci si avvicina alla cima. Si procede su terreno detritico e soprattutto verso la cima bisogna fare un pò attenzione ai sassi instabili sui quali a volte ci si trova a camminare.



Giunti in cima ci si apre un panorama spettacolare. Il cielo terso e la temperatura tiepida per la stagione ci regalano una vista impagabile su tutta la Valle Stretta, i Serous che appaiono come un immenso e severo castello di pietra posto a sbarramento della vallata e sulla sfondo il Monte Thabor 3178m (omonimo del celebre monte situato in Terra Santa) con la sua classica foma a cranio e con la chiesetta, ricostruita nel 1648 sulle rovine di una costruzione molto precedente. La notevole presenza di accumoli detritici assume dei toni tipicamente dolomitici.


Girando lo sguardo possiamo vedere le tre vette dei Re Magi, le Quattro Sorelle con il Poggio Tre Croci, lo Jaffreau, più in fondo alla Valle di Susa il Rocciamelone e guardando verso la Francia i ghiacciai del Massif des Ecrins.
Facciamo alcune foto, una firma al piccolo diario posto ai piedi della nuova e ben più imponete croce installata a settembre e siamo pronti a ridiscendere.


Giunti nuovamente al colle ci godiamo una meritata sosta godendoci il panorama, l'aria fine e il caldo sole. Ci rempiamo gli occhi e il cuore di queste bellezze che ci terranno compagnia nelle grigie giornate cittadine.

martedì 16 settembre 2008

Trekking - "Pertus de Thullie" e 4 Denti di Chimonte - Exilles (TO) - ITALIA

Data escursione: 16 Settembre 2007
Quota partenza (m.): 1850
Quota vetta (m.): 2106
Dislivello complessivo (m.): 256
Durata salita: 1.30h + 30' tunnel
Difficoltà: T
Esposizione: Sud
Località partenza: Grange della Valle (Exilles (To) - Piemonte)
Partecipanti: Io e Silvia, Piero, Laura e Renato
Questa è tranquilla passeggiata a mezza costa sulla vallata di Exilles-Chiomonte ma che è molto interessante perchè ci porta a scoprire ed anche a percorrere il famoso "Pertus de Thullie" o "Gran Pertus" o anche "Traforo di Colombano Romean".
La particolarità di questo traforo è che è stato scavato per 600 metri nella roccia, a "mano" (si avete letto bene) da una sola persona (appunto lo "scalpellino" chiomontese Colombano Romean) tra il 1526 e il 1533 (ovvero 7 anni) lavoranto solo nei mesi estivi visto che si trova ad una altitudine di 2000metri.

Se volete saperne di più vi invito a leggere questo articolo

Ad indicare l'importanza storica di questa opera non è da dimenticare che anche il noto autore torinese ALESSANDRO PERISSINOTTO vi ha scritto un breve romanzo intitolato appunto LA CANZONE DI COLOMBANO

Tornando ora alla descrizione dell'escursione, lasciata la macchina alle Grange della Valle (frazione sopra Exilles) prendiamo a dx il sentiero che attraversa il piccolo abitato e viaggia a mezza costa su tutto il versante sud del Clopaca.


Dopo circa 1h30 di cammino ed alcuni sali scendi arriviamo davanti all'ingresso del "Gran Pertus". Nel frattempo il cielo si è coperto e minaccia pioggia...ma tanto noi andiamo nel tunnel.


ATTENZIONE: Essendo il tunnel un acquedotto che serve a portare l'acqua del Rio Thullie, nell'altra vallata, alla vallata di Exilles (da dove stiamo entranto) bisogna tener presente di percorrerlo solo a fine estate e non dopo delle forti pioggie.
Nel nostro caso questa estate è stata estremamente secca ed è ormai da parecchi giorni che non piove.

Ci copriamo bene, accendiamo le lampade frontali ed affrontiamo il tunnel.
Subito dopo l'ingresso abbastanza ampio dobbiamo chinarci e procedere accucciati strisciando gli zaini per circa 2 metri che poi immettono nuovamente nel tunnel ad altezza normale. Per tutto il tragitto (600m) non si vede l'uscita e le dimensioni della galleria rimangono pressappoco sempre le stesso ovvero circa 1m di larghezza per 2m di altezza.
Sul pavimento in alcune zone si formano delle pozze anche profonde piene di acqua e in alcuni punti bisogna procedere puntanto i piedi lateralmente per non bagnarsi.
Interessante notare alcune inscrizioni ed incisioni sulle parete (per esempio dei Gigli di Francia) ed anche delle piccole nicchie dove probabilmente venivano appoggiate delle lanterne.
Dopo circa mezz'ora arriviamo all'ultimo tratto della galleria che è rivestito in cemento in seguito ad una ristrutturazione del 1935 e per uscire saliamo una scaletta chiusa superiormente da una grata in ferro (da sollevare) per evitare la caduta di eventuali pietre.



Una volta usciti ci troviamo nella valle delle Thullie con in ruderi delle omonime grange.


Dopo una sosta per uno spuntino prendiamo il sentiero che sale ai Quattro denti di Chiomonte e che si riportano nuovamente nella vallata di Chiomonte-Exilles e quindi di fronte all'ingresso della galleria.


domenica 24 agosto 2008

Ferrata delle Guide 2° Parte - Gressoney - Valle d'Aosta - ITALIA

Data escursione: 24 Agosto 2008
Quota base ferrata (m.): 1624
Quota sommità ferrata (m.): 2107
Dislivello (m.): 483
Sviluppo ferrata (m.): 750
Dislivello avvicinamento (m.): 0
Difficoltà: MD (molto difficile)
Località partenza: Gressoney La Trinitè ( Aosta - Valle d'Aosta )
Partecipanti: Io e Roberto

Fedeli al "nodo al fazzoletto" che avevamo fatto pochi giorni fa, eccoci belli carichi per affrontare la ferrata completa con anche il secondo tratto giallo.
Questa volta nessun problema al primo attacco (ormai lo conosco), e bella salita senza particolari segnalazioni fino al ripetitore. (vedi descrizione precedente)

Ed eccoci finalmente al ponte tibetano su un bel canyon di oltre 150metri da dove osserviamo il secondo tratto per studiarcelo un pò.
Parte per primo Roberto. Gli dico che avrei iniziato il ponte quando lui fosse arrivato dall'altra parte ma l'adrenalina e l'eccitazione non mi fanno attendere e quando lui è a metà ponte comincio anche io. Infatti quando Roberto giunge dall'altra parte e si gira per avvisarmi di partire mi trova praticamente li attaccato.
Non c'è nulla da fare. I ponti tibetani proprio non li sopporto e l'ho praticamente fatto di corsa.

Ci facciamo 4 risate per scaricarci e siamo pronti a salite "tutti di braccia"

Vista da qui la parete rivela le difficoltà che già ammaginavamo da lontano.
Bisogna prima salire verticalmente e poi spostarsi a dx ed affrontare un traverso di circa una ventina di metri che sale di circa 10m tutto strapiombante (oltre 50metri) e poi un piccolo tettuccio da superare. I ferri per la mani sono molto distanti e per i piedi ci si appoggia sulla roccia. Facciamo questo primo tratto tutto d'un fiato e poi ci assicuriamo al primo gradino utile dopo il tettuccio per riposare un pò le braccia.
Saliamo ancora in verticale e bisogna ancora superare altri due strapiombi.
Il secondo permette di scavalcare un bel tetto superato il quale ci si trova sull'ampio spazio erboso della baite Bodma dove finisce la fatica.

Siamo stanchi ma soddisfatti. Ce l'eravamo promessa e l'abbiamo fatta.

Rientriamo dal ripido sentiero fino alla macchina

Per tutti i dettagli su questa ferrata vedi Ferrata delle Guide

mercoledì 20 agosto 2008

Ferrata delle Guide 1° Parte - Gressoney - Valle d'Aosta - ITALIA

Data escursione: 20 Agosto 2008
Quota base ferrata (m.): 1624
Quota sommità ferrata (m.): 1934 (fine primo tratto)
Dislivello (m.): 310
Sviluppo ferrata (m.): 500
Dislivello avvicinamento (m.): 0
Difficoltà: MD (molto difficile)
Località partenza: Gressoney La Trinitè ( Aosta - Valle d'Aosta )
Partecipanti: Io e Roberto

Dopo essermi allenato con le ferrate precedenti e sentirmi decisamente più disinibito nell'affrontarle decido di accettare l'invito del mio amico Roberto che già da giorni cerca di convincermi ad affrontare la Via Ferrata delle Guide, a Gressoney la Trinitè. Sono stato titubante fino all'ultimo perchè avevo letto su vari siti e libri di ferrate che è considerata una delle ferrate, se non la più difficile di tutte le Alpi Occidentali. Comunque difficoltà o meno decidiamo di affrontarla.

Ci troviamo alle 9.00 sul piazzale dietro la chiesa del paese dove nell'ampio parcheggio lasciamo la macchina, ci vestiamo e cominciamo a studiarci la ferrata già visibile visto che 2 persone la stanno affrontando.

Imbocchiamo il breve sentiero e siamo all'attacco della ferrata. Decido di partire per primo ma subito dopo i primi gradini mi blocco su un passaggio. Sembra incredibile sono a soli 2 metri da terra e non riesco a passare il primo strapiombino. Decido di scendere e far salire Roberto. Nel frattempo raccolgo le idee, cerco di scaldarmi un pò e mi studio i suoi movimenti per passare il punto che mi ha bloccato.
Roberto sale senza intoppi e mi aspetta sopra il primo terrazzino per vedere come me la cavo. Effettivamente avendo visto lui salire e con alcune dritte che mi da riesco a passare questo punto non troppo difficile che chissà perchè mi aveva bloccato.
Procediamo quindi a salire. Incontriamo due strapiombi abbastanza impegnativi che però passiamo senza problemi e cominciamo un traverso verso sinistra e poi per cenge più o meno verticali arriviamo ad un bellissimo camino.


Lo superiamo procedendo in spaccata tra le due pareti utilizzando i gradini e dopo averlo superato proseguiamo per roccette fino ad una lunga scala ancorata alla roccia che permette di superare un grande strapiombo. Alla sua base ci fermiamo nello spiazzo per un sorso d'acqua visto che il sole comincia a farsi vedere.


All'uscita della scala si arriva sotto una serie di piccolo tetti per uscire a sinistra. Qui dobbiamo prestare particolare attenzione a non sbattere testa e spalla destra contro gli spuntoni di roccia.
Proseguiamo per alcuni facili risalti fino all'ultima fascia rocciosa dove si trova il ripetitore (visibile anche dal posteggio). Prima di giungervi superiamo l'ultima parete strapiombante ed una parte più appoggiata fino ad arrivare sullo spiazzo erboso del ripetitore.

Da qui ci godiamo il panorama sulle cime visibili di fronte ovvero Punta dell'Uomo Storto(3014m), Punta di Netscio(3280m), Corno Bianco(3320m), Punta di Ciampono(3233m) e la Cresta di Rissuolo(3104m). Sulla sinistra invece si scorgono parte delle cime del Gruppo del Monte Rosa.


Qui ci fermiamo per uno snack ed intanto ci studiamo visivamente i due tratti di ferrata molto difficili che si trovano sul lato opposto di un ponte tibetano che parte dallo spiazzo. Le varie guide ed anche il cartello all'attacco della ferrata li danno molto difficili e strapiombanti. Molto faticosi e da fare tutti di braccia.
I due ferratisti che ci precedevano non li hanno fatti ma sono scesi per il sentiero quindi non abbiamo modo di vedere come procedono. Possiamo solo cercare di intuire le difficoltà della parete visivamente.


Non siamo convinti e decidiamo di non rischiare.
Siamo comunque molto soddisfatti. E' effettivamente la ferrata più difficile che abbiamo affrontato fino ad oggi.
Rientriamo dal ripido sentiero e ci facciamo un nodo al fazzoletto. Dobbiamo tornare per fare il secondo tratto.

Per tutti i dettagli su questa ferrata vedi Ferrata delle Guide

martedì 19 agosto 2008

Trekking - FORT DE L'OLIVE - Plampinet - Val Clarèe - FRANCIA

Data escursione: 19 Agosto 2008
Quota partenza (m.): 1490
Quota vetta (m.): 2239
Dislivello complessivo (m.): 749
Durata salita: 2h
Difficoltà: E
Esposizione: Ovest
Località partenza: Plampinet - Val Clarèe
Partecipanti: Io e Silvia



Oggi abbiamo di deciso di fare questo bel trekking che dal caratteristico paese di Plampinet porta fino al costone roccioso delle Cimes des Ruines che sovrata il paese e dove dal 1881 al 1883 venne eretto il Fort de l'Olive. Quest'opera era stata costruita per difendere i colli di Thures, della Scala e des Acles dagli attacchi italiani. Nel 1932 venne ampliato con nuove batterie di cannoni e nel 1940 venne messo a tacere dopo un lungo combattimento con il forte delle Jafferau e dello Chaberton.




Lasciata l'auto nel posteggio all'inizio del paese (arrivando da Nevache) e prendiamo il sentiero sul lato opposto della strada che passa a fianco del piccolo cimitero.
Per il primo tratto dopo una breve salita il sentiero viaggia pressocchè pianeggiante nel sottobosco risalendo la valle in direzione Nevache. Al primo bivio sulla sx si lascia questo sentiero per cominciare a salire. La salita è abbastanza dura e costante. SI alternano tratti nel bosco con alcuni tratti scoperti. Dopo quasi 1h30' il sentiero attraversa una frana consolitata di piccole roccette e dopo poco si giunge al primo avamposto del forte ovvero un passaggio ad arco nella prima cinta di mura con adiacente una piccola casermetta.
Da questo punto il sentiero spiana leggermante e si giunge ad una serie di prati che via via ci portano o all'attacco dell'ultimo ripido sentiero sulla dx che sale al forte vero e proprio (gia visibile sulla cima) o procedento più avanti sulla strada carrecaccia che sale dal Granon e porta all'accesso del forte.
Noi seguiamo il sentiero sulla sx più ripido ma che in pochi minuti ci porta al forte, il tutto in 2 h dalla partenza.


Giunti al forte entriamo dal ponte levatoio che supera il canale e cominciamo ad esplorarlo. Interessante affacciarsi dalle mura esterne che sono a picco su un bel precipizio. Si può fare il giro sopra le mura e esplorare anche alcuni locali. Alcuni sono evidentemente adibiti a ricovero delle greggi come si evince dall'odore


Rientro per il sentiero di salita e visita al piccolo centro di Plampinet con la caratteristica chiesa per rilassarci.

giovedì 14 agosto 2008

Ponte Tibetano “Sergio Bompard” + Via Ferrata “Dei Militari” - Claviere (TO) - Piemonte - ITALIA

Data escursione: 14 Agosto 2008
Quota base ferrata (m.): 1750
Quota sommità ferrata (m.): --
Dislivello (m.): --
Sviluppo ferrata (m.): --
Dislivello avvicinamento (m.): --
Difficoltà: PD (poco difficile)
Località partenza:Gorge di San Gervasio - Claviere ( Claviere - Torino )
Partecipanti: Io e Silvia, Roberto, Fiorita, Maurizio e Marzia e Guglielmo

Era da molto tempo che avevamo in progetto di fare questa bella esperienza e finalmente siamo riusciti a far coincidere i vari impegni del bel gruppo con le condizioni metereologiche.
Partiamo quindi di buon mattino diretti a Claviere per affontare il "PONTE TIBETANO PIU' LUNGO DEL MONDO"

Si avete capito bene. Il ponte tibetano più lungo nel mondo si trova proprio in Italia-Piemonte e per l'esattezza a Claviere, sviluppandosi all'interno delle Gorge di San Gervasio dove scorre la Piccola Dora. Il ponte è inserito in un complesso di attività alpinistiche che comprendono anche delle ferrate e delle pareti di arrampicata.
Giunti al parcheggio situato all'ingresso di Claviere si rechiamo al casottino delle guide per acquistare i biglietti di accesso al ponte e affittare il materiale per chi ne è sprovvisto.
Saliamo pochi metri per sentiero, raggiungendo una Chiesetta sulla altura adiacente al camping, quindi per sentiero scendiamo in direzione del fondo della gola e in una manciata di minuti raggiungiamo il casottino in legno dove c'è anche una comoda piazzola anche essa a sbalzo che permette di vestire l’imbragatura e il resto della normale dotazione da Via Ferrata.

Cominciamo ad assaporare l'avventura che ci aspetta. Un primo ponte di 70m ad un'altezza di circa 25m dal fondo, che attraversa la gola per poi iniziare il lungo ponte sospeso di 408m. che segue longitudinalmente la gola.

Aspettiamo che il gruppo che ci precede arrivi sull'altra sponda e cominciamo a salire sul ponte. Giusto i primi passi per prendere confidenza con la distanza dei vari gradini e ci troviamo in mezzo alla gola dandoci la possibilità di vedere tutto il lungo ponte che è aggrappato con lunghi tiranti alle pareti della gola. Molto interessante anche che sul fondo della gola a fianco del torrente è stata realizzata tutta una passerella in legno che permette di percorrerne agevolmente il fondo decisamente ripulito e sistemato rispetto ad anni fa quando era una discarica naturale. (anche se ancor oggi si vedono dei rifiuti dovuti ai soliti imbecilli)


Arrivati sulla sponda opposta una piccola passerella sempre sospesa e aggangiata alla parete permette di immettersi sul lungo ponte che con vari sali e scendi percorre tutti i 408m fino a terminare contro una parete dove la gola si divide a Y prima di una bella cascata.

Da qui il gruppo si divide. Io e Roberto che abbiamo l'attrezzatura completa decidiamo di fare la nuovissima "Ferrata dei Militari" che parte subito sulla parete di arrivo del ponte. E' una bella ferrata che inizia diretta sulla parete verticale e con alcuni passaggi atletici porta nuovamente all'interno della gola.


Questa mattina siamo gli unici a fare la ferrata e mentre siamo in parete, vediamo ad alcuni metri sul ponte un gruppo di 3 persone già abbastanza provati dal ponte che pensano che finito il ponte debbano anche loro arrampicarsi in parete e cominciano a preoccuparsi. Li tranquilliziamo dicendo che loro possono tranquillamente tornare per il sentiero o la scalinata.

La ferrata è bella. Abbastanza ripida, umida e in alcuni tratti esposta ma abbastanza breve. Sul finale si raggiunge una vecchia scala militare che ci porta direttamente all'interno di un vecchio bunker. Sapendolo ci siamo portati le torce frontali e quindi esploriamo alcuni cunicoli per poi sbucare nella parte sommitale tra i prati.

Non è ancora finita perchè scendendo alcuni scalini (siamo sulla scalinata che arriva dalla fine del ponte per chi non ha fatto la ferrata) arriviamo ad un terzo ponte tibetano di circa 90m di lunghezza che però è ad un'altezza di 90m!! per un'ultima iniezione di adrenalina.


Il ponte finisce esattamente nel parcheggio da dove siamo partiti.

Bella esperienza. Era da fare!!!

Per tutti i dettagli su questa ferrata vedi GORGE di SAN GERVASIO

lunedì 11 agosto 2008

Ferrata AIGUILLETTE DU LAUZET - Monetier les Bains - Serre Chevalier 1500 - Brianconnais - FRANCIA

Data escursione: 11 Agosto 2008
Quota base ferrata (m.): 2.011
Quota sommità ferrata (m.): 2.611
Dislivello Ferrata (m.): 600
Sviluppo ferrata (m.): 1000
Dislivello avvicinamento (m.): 345 - (40min)
Dislivello Totale (m.): 945
Difficoltà: PD (poco difficile) - Molto lunga
Località partenza: Pont de l'Alpe - Monetier les Bains ( Serre Chevalier 1500 - Brianconnais)
Partecipanti: Io da solo

Bello caldo dalla ferrata del giorno precedente decido di andare ad esploare la vicina Francia patria sempre di più Vie ferrate. Ebbene si..qui dove tutto viene chiamato alla francese (la Mountain Bike diventa Velo Tout Terrain) il nome è rimasto invece in italiano indicandone la nascita proprio nel nostro bel paese.

Decidiamo quindi con moglie e amici di andare alla Aguillette de Lauzet dove c'è anche una bella camminata da fare con la possibilità non rara di avvistare parecchi stambecchi.





Dopo Briancon proseguiamo verso il Colle del Lautaret e subito dopo aver passato l'abitato di Monetier les Bain si trova la localita Pont de l'Alpe dove lasciare la macchina.
Il tempo di indossare lo zaino e siamo già in cammino sulla carrozzabile che porta all'Alpe de Lauzet. Dopo circa 1h di cammino ed aver passato un alpeggio incontriamo una targa che indica la direzione per arrivare all'attacco della ferrata.

Sono un pò titubante se lasciare il gruppo, che continuerà la salita su sentiero cercando di vedere i tanti stambecchi della zona, per affrontare la ferrata perchè nel frattempo il cielo comincia a coprirsi minacciando pioggia. Dopo un breve consulto con i mie compagni decido di affrontare la ferrata da solo e di ritroverci al piccolo ristoro dell'alpeggio.
Lascio lo zaino a mia moglie e mi carico solo la borraccia, un pile leggero (siamo ormai a 2700m di quota) e qualche barretta per salire veloce e rientrare "se possibile " prima della pioggia.
Dopo il bivio si sale ancora per un centinaio di metri per rocce e tracce di sentiero fino ad arrivare contro l'imponente parete calcarea dove effettivamente comincia la ferrata attrezzata.
Sono solo, nessun ferratista in vista più avanti. Mi ibrago e velocemente comincio la salita.
L'intera ferrata ha un lungo sviluppo (1000m) per un dislivello di appena 600m ciò comporta molti traversi ed anche tanti sali e scendi. Il percorso è generalmente abbastanza facile anche se quasi sempre esposto e con solo alcuni passaggi strapiombanti. E' spettacolare la vista che in ogni punto possiamo godere.
Il percorso è poi molto vario e gratificante grazie anche ad una bella grotta, un camino in salita che ci porta a sbucare dietro un grosso diedro ed ad una scala abbastanza lunga che ci permette di superare un tetto strapiombante.
Il percorso diventa impegnativo per la lunghezza infatti io impiego 2h nonostante cerchi di correre il più possibile perchè e circa 100m dalla vetta comincia a piovere. Fortunatamente è una pioggerella leggera portata dal vento ma giunto in cima a 3210m nonostante sia estate sono contento di essempi portato il pile.
Giusto il tempo di approfittare di un'apertura nel cielo per godere del maestoso spettacolo della vista dei ghiacciai del Massif des Ecrins e sono già sul sentiero di ritorno.
Per la prima mezzora il tempo me la manda buona ma poi ricomincia a piovere e ci vorrà almeno ancora 40-50min prima di essere al caldo del ristoro dell'alpeggio dove incontro mia moglie e gli altri del gruppo che nel frattempo erano già arrivati perchè colti anche loro dalla pioggia.

Sicuramente una ferrata da rifare con una bella giornata.
Facciamo un bel nodo al fazzoletto.

domenica 10 agosto 2008

FERRATA del ROUAS - Melezet - Bardonecchia (TO) - Piemonte - ITALIA

Data escursione: 10 Agosto 2008
Quota base ferrata (m.): 1370
Sviluppo ferrata (m.): 1000
Dislivello avvicinamento (m.): 0
Difficoltà: Itinerario A - AD (abbastanza difficile)
Itinerario B - D (difficile)
Variante C - PD (poco difficile)
Esposizione: Sud-Est
Località partenza: Melezet (Bardonecchia (To) - Piemonte)
Partecipanti: Io da solo

La febbre da "Vie Ferrate" continua e questa volta mi tocca anche un'uscita in solitaria anche se confido, visto la stagione, di trovare dei compagni lungo il percorso.

Come da previsione mentre mi infilo l'imbrago e il caschetto ecco che arrivano un papà con i due figli pronti per affrontare la ferrata. Ci salutiamo e scambiamo 2 parole sul percorso che lui ha già fatto più volte e mi dice che loro faranno solo il primo tratto dell'Itinerario A perchè vuole far provare per la prima volta questa esperienza ai figli.
Mentre finisco di preparare lo zaino li lascio iniziare la salita.



Dopo poco parto anche io. L'attacco è molto semplice e molto attrezzato con gradinatura molto fitta proprio per essere adatta anche ai bambini.
Questo tratto è l'ideale per scaldare bene i muscoli soprattutto perchè arrivato al bivio della "Balma del Camoscio" decido di prendere a destra verso l'itinerario B (variante atletica) più difficile ed impegnativo.
In effetti questa variante dopo un primo tratto obliquo, presenta un bello strapiombo da tirare tutto di braccia che ci porta alla fascia superiore della falesia.


A questo punto si procede su un lungo traverso incontrando alcune cascatelle (anche con rocce lisce e scivolose), alcuni strapiombini e diedri fino a risalire sulla cresta del Bosco del Rouas.
A questo punto per un sentiero pianeggiante ci si sposta sulla sinistra fino a ritrovare l'itinerario A della ferrata poco sopra il bivio affrontato in precedenza.
Questo secondo tratto sicuramente più facile del precedente ci da modo di rilassarci un pò e di godere dello splendido panorama con vista sulla "Guglia Rossa" all'imbocco della Valle Stretta, sul Colle della Scala e sulla Punta del Mezzodì.
Dopo poco si arriva al particolare passaggio della Grotta,che consiglio perchè facile ma gratificante, usciti dal quale con un passaggio su di una fune tesa ed una piccola passerella ci porta all'ultimo traverso sulle fenditure della falesia del Pian del Colle.
Una breve discesa su scaletta e si arriva alla fine della ferrata da cui con un breve sentiero ritorniamo al posteggio.



All'auto ritrovo il papà di prima con i due entusiasti figli che non vedono l'ora di rifarla...altri du contagiati dalla "febbre"...

Per tutti i dettagli su questa ferrata vedi Ferrata del ROUAS

venerdì 25 luglio 2008

Ferrata Carlo Giorda - Sacra di San Michele - Sant'Ambrogio (TO) - Piemonte - ITALIA

Data escursione: 25 Luglio 2008
Quota base ferrata (m.): 350
Sviluppo ferrata (m.): 600
Dislivello avvicinamento (m.): 0
Difficoltà: AD (abbastanza difficile)
Esposizione: Nord-Ovest
Località partenza: Sant'Ambrogio (Sant'Ambrogio (To) - Piemonte)
Partecipanti: Io e Domenico



Eccomi ancora qui. Ad una settimana dalla prima ferrata di battesino sono già pronto per la seconda. Decisamente più impegnativa almeno per durata visto che come dislivello questa è il doppio di quella di Caprie. Va bene che essendo esposta a Nord-Ovest invece che a sud avremo meno caldo.

Questa volta il mio compagno di avventura è Domenico. Già esperto di vie ferrate nonchè grande ciclista e sci-alpinista.

DOMENICO

IO (LUCA)

Il primo tratto della ferrata è molto semplice quasi camminabile ed evitabile anche l'assicurazione (anche se io preferisco tenermi sempre assicurato) e va spostandosi verso verso sx sopra la vecchia cava, poi si sposta verso dx andando a prendere il ben visibile sperone che discende dalla cima.
In generale non ci sono grosse difficoltà tecniche o lunghi tratti verticali, ma l’ ampiezza dell’itinerario consiglia comunque prudenza.

Dopo circa 300m di dislivello dalla partenza al "Pian Cestlet" c'è la prima via di uscita che da la possibilità, a chi fosse stanco, di tornare alla partenza. C'è poi circa 200m più in su una seconda via d'uscita chiamata
“ U Saut du Cin" che porta alla borgata San Pietro.

A questo punto ecco una bella sorpresa. In piena ferrata e su un tratto quasi verticale troviamo un capriolo o una capra che curiosamente ci guarda chiedendosi da dove siamo sbucati. Ci guarda per un pò e poi come se stesse camminando perfettamente in piano riprende a salire velocemente la parete.



Dopo la prima uscita si prosegue sulla sx in parte su sentiero e poi si attacca una seconda parte più verticale e con alcuni passaggi abbastanza verticali e di forte impatto visivo.

Spettacolare in ogni tratto del percorso vedere l'imponete abbazia che ci sovrasta.



Nell'ultimo tratto si trova anche qui un piccolo PONTE TIBETANO a tre funi.



Quando finalmente siamo giunti in cima bisogna fare attenzione e seguire il sentiero, abbastanza ripido, in discesa e non lasciatevi tentare (come abbiamo invece fatto noi) dal muro di fronte che altrimenti porta all'interno del giardino/orto dell'abbazia, costringendoci quindi a calarci dal muro di cinta che porta sul piazzale (un bel salto di circa 4m).

Per tutti i dettagli su questa ferrata vedi Ferrata CARLO GIORDA

martedì 22 luglio 2008

Via Ferrata di Caprie - Caprie (TO) - Piemonte - ITALIA

Data escursione: 22 Luglio 2008
Quota base ferrata (m.): 370
Sviluppo ferrata (m.): 350
Dislivello avvicinamento (m.): 0
Difficoltà: PD (poco difficile)
Esposizione: Sud
Località partenza: Caprie (Caprie (To) - Piemonte)
Partecipanti: Io, Roberto




Era già da tempo che mi attirava l'idea di cimentarmi su qualche via ferrata ma ogni volta c'era una scusa buona per rimandare e non farla.
Il momento giusto arriva come un fulmine a ciel sereno quando un mio amico di Novara, con cui non ci si sentiva da anni, mi trova per caso su skype e mi chiama "Ehi ciao Luca sono Roberto, so che ti piace camminare in montagna ma tu hai mai provato a fare qualche ferrata? Io ho una voglia matta di farne qualcuna e visto che dalle tue parti ce ne sono abbastanza potremo farne qualcuna assieme..." non me lo avesse mai detto. Tempo zero gli confermo la mia voglia di provare, ci accordiamo per il sabato successivo per provare con una facile (giusto per capire come me la cavo e se mi piace). Decidiamo quindi di fare la Via Ferrata di Caprie definita come un itinerario semplice ma di grande soddisfazione.

Detto fatto il sabato alle 9.00 di mattina ci ritroviamo all'uscita dell'autostrada di Avigliana, andiamo ad affittare l'attrezzatura (imbrago, set ferrata a Y e caschetto) e alle 10.00 siamo già pronti e vestiti sotto la parete di Caprie per iniziare la mia prima ferrata.

Roberto, che ha un pò di esperienza di arrampicata e di speleologia, mi da le prime dritte su come muovermi e sul funzionamento dei moschettoni poi mi fa partire davanti per controllare come vado.

Il primo tratto della ferrata che porta ad un primo ripiano è molto semplice e mi permette di prendere confidenza con l'attrezzatura e con questa nuova esperienza.
Poi si segue verso sinistra un traverso. In questo tratto si vedono salire le corde delle vie di arrampicata e si comincia a godere un discreto panorama sul paese sottostante e prendere confidenza con l'altezza e l'effetto di vuoto.
Ancora qualche passaggio e siamo alla fine del primo tratto che permette nel caso di rientrate alla partenza tramite un sentiero.

Non ci pensiamo neanche un minuto, facciamo di corsa il tratto che ci separa dal secondo tratto e siamo già agganciati al cavo per ripartire. Non finisco di ringraziare Roberto per avermi "iniziato" a questa attività. Sono sempre più elettrizzato e mi chiedo perchè mai abbia aspettato così tanto tempo a provare questa esperienza.



Nel secondo tratto si sussegue una serie di placche e muri verticali ma molto attrezzati con gradini che ci permettono agevolemente di arrivare , dopo circa 150m. di dislivello, al PONTE TIBETANO (volendo aggirabile con una variante).
Uno alla volta affrontiamo il ponte formato da 3 cavi di acciaio (uno per i piedi e due per le mani e le assicurazioni). Il ponte e lungo circa 15 metri, abbastanza stabile e non molto alto dal suolo comunque da già una bella sensazione.

Giunti dall'altra parte ci si ritrova alla base dell'ultimo muro da risalire per gradini fino a ritrovarsi su un'ampia placca sulla sommità dove finisce la ferrata.



Bellissima esperienza. Ci godiamo un breve riposo, beviamo un pò d'acqua e mentre discendiamo lungo il sentiero cominciamo già a programmare la prossima uscita...la febbre delle ferrate ci ha colto.

Rientriamo a consegnare l'attrezzatura affittata e ne approfittiamo per acquistare tutto il materiale necessario visto che abbiamo intenzione di sfruttarlo. Su consiglio del negoziante acquistiamo anche due Express Set di diverse lunghezze per assicurarci in parete su passaggi strapiombanti e spezzabraccia.

Per tutti i dettagli su questa ferrata vedi Ferrata di CAPRIE

domenica 20 luglio 2008

Check-list Zaino per trekking

Trekking 1gg - Volume consigliato dello zaino: 25-35 litri
- biancheria di ricambio
- guanti e cappello
- set di pronto soccorso
- coperta in alluminio o sacco bivacco
- borraccia (min. 1 litro a persona), viveri e snack
- guida/cartina geografica e bussola
- abbigliamento protettivo/antipioggia
- coltellino
- Cordino o lacci di ricambio
- Altimetro
- protezione dai raggi UV (berretto, occhiali da sole, crema solare)
- è consigliabile portare anche i bastoncini da trekking, un cellulare per le emergenze, una lampada frontale ed eventualmente un GPS


Trekking 2gg e più - Volume consigliato dello zaino: da 35 litri in su
Aggiungere al precedente:
- tenda
- sacco letto/sacco letto interno
- materassino isolante
- fornelletto
- viveri
- prodotti per l’igiene

Check-list per Via Ferrata

Volume consigliato dello zaino: 20-35 litri
- imbrago cosciale (o anche pettorale)
- set a Y Via ferrata
- corda, moschettone HMS
- Express set di assicurazione
- cordini per prusik
- guanti da via ferrata
- casco da arrampicata
- biancheria di ricambio
- guanti e cappello
- set di pronto soccorso
- coperta in alluminio o sacco bivacco
- borraccia (min. 1 litro a persona), viveri e snack
- abbigliamento protettivo/antipioggia
- è consigliabile portare anche un cellulare per le emergenze, una lampada frontale e l’altimetro

Scegliere lo zaino giusto


Compagno di viaggio indispensabile per qualsiasi escursione, dal pic-nic domenicale al trekking di più giorni, lo zaino deve essere scelto con estrema cura.
Sarebbe meglio avere almeno due zaini, uno da usare nelle escursioni brevi o comunque di una sola giornata ed, un altro, da utilizzare nei trekking di due o più giorni.
Naturalmente la prima caratteristica da considerare è il litraggio: il nostro zaino “piccolo” dovrebbe essere tra i 25 e i 35 litri mentre, quello “grande”, tra i 55 e 65 litri.

Al momento dell’acquisto è opportuno confrontare modelli diversi di diverse marche anche perché, grazie allla diversa morfologia e al diverso modo di calcolare il volume da parte delle aziende, zaini dello stesso litraggio potrebbero risultare parecchio differenti.
Controllate che vi siano abbastanza scompartimenti che permettano di tenere separate le varie cose che vi porterete in giro, parecchi zaini hanno anche la possibilità, tramite cerniera, di rendere lo zaino una sacca unica: qualche volta potrebbe esservi utile. Molto utile risulta infatti essere la possibilità di alcuni zaini di accedervi anche dalla parte inferiore utile per prendere gli oggetti sistemati nella zona inferiore (generalmente i più pesanti) senza dover svuotare lo zaino.

Ricordatevi poi sempre che, con lo zaino, farete molti chilometri e affronterete parecchi dislivelli, è indispensabile quindi che sia comodo e ben bilanciato, abbia un buon sistema di aerazione per la schiena e la cinghia lombare che permette di tenere lo zaino fermo e scaricare parte del peso su bacino invece che su spalle e schiena.
Visto che lo zaino, se di ottima qualità, può durarvi parecchio, conviene investire qualche soldo in più, soprattutto per quelli ad alto litraggio, ed avere uno strumento comodo e resistente.

BENVENUTI...


Ciao a tutti... se siete arrivati qui è perchè oltre ad essere dei "navigatori" di internet siate anche dei "camminatori" delle nostre splendide montagne.

Lo scopo di questo semplice blog è quello di trasmettere a tutti voi la passione per la montagna, il rispetto per la natura, l'emozione di paesaggi unici e perchè no anche l'adrenalina di una bella ferrata.

Spero che ritornerete spesso a leggeremi e vi appassionerete anche voi alla montagna e chissà che un giorno non ci si incroci su un sentiero.
D'altronde come si dice "...il mondo è piccolo.."

Ciao