domenica 24 agosto 2008

Ferrata delle Guide 2° Parte - Gressoney - Valle d'Aosta - ITALIA

Data escursione: 24 Agosto 2008
Quota base ferrata (m.): 1624
Quota sommità ferrata (m.): 2107
Dislivello (m.): 483
Sviluppo ferrata (m.): 750
Dislivello avvicinamento (m.): 0
Difficoltà: MD (molto difficile)
Località partenza: Gressoney La Trinitè ( Aosta - Valle d'Aosta )
Partecipanti: Io e Roberto

Fedeli al "nodo al fazzoletto" che avevamo fatto pochi giorni fa, eccoci belli carichi per affrontare la ferrata completa con anche il secondo tratto giallo.
Questa volta nessun problema al primo attacco (ormai lo conosco), e bella salita senza particolari segnalazioni fino al ripetitore. (vedi descrizione precedente)

Ed eccoci finalmente al ponte tibetano su un bel canyon di oltre 150metri da dove osserviamo il secondo tratto per studiarcelo un pò.
Parte per primo Roberto. Gli dico che avrei iniziato il ponte quando lui fosse arrivato dall'altra parte ma l'adrenalina e l'eccitazione non mi fanno attendere e quando lui è a metà ponte comincio anche io. Infatti quando Roberto giunge dall'altra parte e si gira per avvisarmi di partire mi trova praticamente li attaccato.
Non c'è nulla da fare. I ponti tibetani proprio non li sopporto e l'ho praticamente fatto di corsa.

Ci facciamo 4 risate per scaricarci e siamo pronti a salite "tutti di braccia"

Vista da qui la parete rivela le difficoltà che già ammaginavamo da lontano.
Bisogna prima salire verticalmente e poi spostarsi a dx ed affrontare un traverso di circa una ventina di metri che sale di circa 10m tutto strapiombante (oltre 50metri) e poi un piccolo tettuccio da superare. I ferri per la mani sono molto distanti e per i piedi ci si appoggia sulla roccia. Facciamo questo primo tratto tutto d'un fiato e poi ci assicuriamo al primo gradino utile dopo il tettuccio per riposare un pò le braccia.
Saliamo ancora in verticale e bisogna ancora superare altri due strapiombi.
Il secondo permette di scavalcare un bel tetto superato il quale ci si trova sull'ampio spazio erboso della baite Bodma dove finisce la fatica.

Siamo stanchi ma soddisfatti. Ce l'eravamo promessa e l'abbiamo fatta.

Rientriamo dal ripido sentiero fino alla macchina

Per tutti i dettagli su questa ferrata vedi Ferrata delle Guide

mercoledì 20 agosto 2008

Ferrata delle Guide 1° Parte - Gressoney - Valle d'Aosta - ITALIA

Data escursione: 20 Agosto 2008
Quota base ferrata (m.): 1624
Quota sommità ferrata (m.): 1934 (fine primo tratto)
Dislivello (m.): 310
Sviluppo ferrata (m.): 500
Dislivello avvicinamento (m.): 0
Difficoltà: MD (molto difficile)
Località partenza: Gressoney La Trinitè ( Aosta - Valle d'Aosta )
Partecipanti: Io e Roberto

Dopo essermi allenato con le ferrate precedenti e sentirmi decisamente più disinibito nell'affrontarle decido di accettare l'invito del mio amico Roberto che già da giorni cerca di convincermi ad affrontare la Via Ferrata delle Guide, a Gressoney la Trinitè. Sono stato titubante fino all'ultimo perchè avevo letto su vari siti e libri di ferrate che è considerata una delle ferrate, se non la più difficile di tutte le Alpi Occidentali. Comunque difficoltà o meno decidiamo di affrontarla.

Ci troviamo alle 9.00 sul piazzale dietro la chiesa del paese dove nell'ampio parcheggio lasciamo la macchina, ci vestiamo e cominciamo a studiarci la ferrata già visibile visto che 2 persone la stanno affrontando.

Imbocchiamo il breve sentiero e siamo all'attacco della ferrata. Decido di partire per primo ma subito dopo i primi gradini mi blocco su un passaggio. Sembra incredibile sono a soli 2 metri da terra e non riesco a passare il primo strapiombino. Decido di scendere e far salire Roberto. Nel frattempo raccolgo le idee, cerco di scaldarmi un pò e mi studio i suoi movimenti per passare il punto che mi ha bloccato.
Roberto sale senza intoppi e mi aspetta sopra il primo terrazzino per vedere come me la cavo. Effettivamente avendo visto lui salire e con alcune dritte che mi da riesco a passare questo punto non troppo difficile che chissà perchè mi aveva bloccato.
Procediamo quindi a salire. Incontriamo due strapiombi abbastanza impegnativi che però passiamo senza problemi e cominciamo un traverso verso sinistra e poi per cenge più o meno verticali arriviamo ad un bellissimo camino.


Lo superiamo procedendo in spaccata tra le due pareti utilizzando i gradini e dopo averlo superato proseguiamo per roccette fino ad una lunga scala ancorata alla roccia che permette di superare un grande strapiombo. Alla sua base ci fermiamo nello spiazzo per un sorso d'acqua visto che il sole comincia a farsi vedere.


All'uscita della scala si arriva sotto una serie di piccolo tetti per uscire a sinistra. Qui dobbiamo prestare particolare attenzione a non sbattere testa e spalla destra contro gli spuntoni di roccia.
Proseguiamo per alcuni facili risalti fino all'ultima fascia rocciosa dove si trova il ripetitore (visibile anche dal posteggio). Prima di giungervi superiamo l'ultima parete strapiombante ed una parte più appoggiata fino ad arrivare sullo spiazzo erboso del ripetitore.

Da qui ci godiamo il panorama sulle cime visibili di fronte ovvero Punta dell'Uomo Storto(3014m), Punta di Netscio(3280m), Corno Bianco(3320m), Punta di Ciampono(3233m) e la Cresta di Rissuolo(3104m). Sulla sinistra invece si scorgono parte delle cime del Gruppo del Monte Rosa.


Qui ci fermiamo per uno snack ed intanto ci studiamo visivamente i due tratti di ferrata molto difficili che si trovano sul lato opposto di un ponte tibetano che parte dallo spiazzo. Le varie guide ed anche il cartello all'attacco della ferrata li danno molto difficili e strapiombanti. Molto faticosi e da fare tutti di braccia.
I due ferratisti che ci precedevano non li hanno fatti ma sono scesi per il sentiero quindi non abbiamo modo di vedere come procedono. Possiamo solo cercare di intuire le difficoltà della parete visivamente.


Non siamo convinti e decidiamo di non rischiare.
Siamo comunque molto soddisfatti. E' effettivamente la ferrata più difficile che abbiamo affrontato fino ad oggi.
Rientriamo dal ripido sentiero e ci facciamo un nodo al fazzoletto. Dobbiamo tornare per fare il secondo tratto.

Per tutti i dettagli su questa ferrata vedi Ferrata delle Guide

martedì 19 agosto 2008

Trekking - FORT DE L'OLIVE - Plampinet - Val Clarèe - FRANCIA

Data escursione: 19 Agosto 2008
Quota partenza (m.): 1490
Quota vetta (m.): 2239
Dislivello complessivo (m.): 749
Durata salita: 2h
Difficoltà: E
Esposizione: Ovest
Località partenza: Plampinet - Val Clarèe
Partecipanti: Io e Silvia



Oggi abbiamo di deciso di fare questo bel trekking che dal caratteristico paese di Plampinet porta fino al costone roccioso delle Cimes des Ruines che sovrata il paese e dove dal 1881 al 1883 venne eretto il Fort de l'Olive. Quest'opera era stata costruita per difendere i colli di Thures, della Scala e des Acles dagli attacchi italiani. Nel 1932 venne ampliato con nuove batterie di cannoni e nel 1940 venne messo a tacere dopo un lungo combattimento con il forte delle Jafferau e dello Chaberton.




Lasciata l'auto nel posteggio all'inizio del paese (arrivando da Nevache) e prendiamo il sentiero sul lato opposto della strada che passa a fianco del piccolo cimitero.
Per il primo tratto dopo una breve salita il sentiero viaggia pressocchè pianeggiante nel sottobosco risalendo la valle in direzione Nevache. Al primo bivio sulla sx si lascia questo sentiero per cominciare a salire. La salita è abbastanza dura e costante. SI alternano tratti nel bosco con alcuni tratti scoperti. Dopo quasi 1h30' il sentiero attraversa una frana consolitata di piccole roccette e dopo poco si giunge al primo avamposto del forte ovvero un passaggio ad arco nella prima cinta di mura con adiacente una piccola casermetta.
Da questo punto il sentiero spiana leggermante e si giunge ad una serie di prati che via via ci portano o all'attacco dell'ultimo ripido sentiero sulla dx che sale al forte vero e proprio (gia visibile sulla cima) o procedento più avanti sulla strada carrecaccia che sale dal Granon e porta all'accesso del forte.
Noi seguiamo il sentiero sulla sx più ripido ma che in pochi minuti ci porta al forte, il tutto in 2 h dalla partenza.


Giunti al forte entriamo dal ponte levatoio che supera il canale e cominciamo ad esplorarlo. Interessante affacciarsi dalle mura esterne che sono a picco su un bel precipizio. Si può fare il giro sopra le mura e esplorare anche alcuni locali. Alcuni sono evidentemente adibiti a ricovero delle greggi come si evince dall'odore


Rientro per il sentiero di salita e visita al piccolo centro di Plampinet con la caratteristica chiesa per rilassarci.

giovedì 14 agosto 2008

Ponte Tibetano “Sergio Bompard” + Via Ferrata “Dei Militari” - Claviere (TO) - Piemonte - ITALIA

Data escursione: 14 Agosto 2008
Quota base ferrata (m.): 1750
Quota sommità ferrata (m.): --
Dislivello (m.): --
Sviluppo ferrata (m.): --
Dislivello avvicinamento (m.): --
Difficoltà: PD (poco difficile)
Località partenza:Gorge di San Gervasio - Claviere ( Claviere - Torino )
Partecipanti: Io e Silvia, Roberto, Fiorita, Maurizio e Marzia e Guglielmo

Era da molto tempo che avevamo in progetto di fare questa bella esperienza e finalmente siamo riusciti a far coincidere i vari impegni del bel gruppo con le condizioni metereologiche.
Partiamo quindi di buon mattino diretti a Claviere per affontare il "PONTE TIBETANO PIU' LUNGO DEL MONDO"

Si avete capito bene. Il ponte tibetano più lungo nel mondo si trova proprio in Italia-Piemonte e per l'esattezza a Claviere, sviluppandosi all'interno delle Gorge di San Gervasio dove scorre la Piccola Dora. Il ponte è inserito in un complesso di attività alpinistiche che comprendono anche delle ferrate e delle pareti di arrampicata.
Giunti al parcheggio situato all'ingresso di Claviere si rechiamo al casottino delle guide per acquistare i biglietti di accesso al ponte e affittare il materiale per chi ne è sprovvisto.
Saliamo pochi metri per sentiero, raggiungendo una Chiesetta sulla altura adiacente al camping, quindi per sentiero scendiamo in direzione del fondo della gola e in una manciata di minuti raggiungiamo il casottino in legno dove c'è anche una comoda piazzola anche essa a sbalzo che permette di vestire l’imbragatura e il resto della normale dotazione da Via Ferrata.

Cominciamo ad assaporare l'avventura che ci aspetta. Un primo ponte di 70m ad un'altezza di circa 25m dal fondo, che attraversa la gola per poi iniziare il lungo ponte sospeso di 408m. che segue longitudinalmente la gola.

Aspettiamo che il gruppo che ci precede arrivi sull'altra sponda e cominciamo a salire sul ponte. Giusto i primi passi per prendere confidenza con la distanza dei vari gradini e ci troviamo in mezzo alla gola dandoci la possibilità di vedere tutto il lungo ponte che è aggrappato con lunghi tiranti alle pareti della gola. Molto interessante anche che sul fondo della gola a fianco del torrente è stata realizzata tutta una passerella in legno che permette di percorrerne agevolmente il fondo decisamente ripulito e sistemato rispetto ad anni fa quando era una discarica naturale. (anche se ancor oggi si vedono dei rifiuti dovuti ai soliti imbecilli)


Arrivati sulla sponda opposta una piccola passerella sempre sospesa e aggangiata alla parete permette di immettersi sul lungo ponte che con vari sali e scendi percorre tutti i 408m fino a terminare contro una parete dove la gola si divide a Y prima di una bella cascata.

Da qui il gruppo si divide. Io e Roberto che abbiamo l'attrezzatura completa decidiamo di fare la nuovissima "Ferrata dei Militari" che parte subito sulla parete di arrivo del ponte. E' una bella ferrata che inizia diretta sulla parete verticale e con alcuni passaggi atletici porta nuovamente all'interno della gola.


Questa mattina siamo gli unici a fare la ferrata e mentre siamo in parete, vediamo ad alcuni metri sul ponte un gruppo di 3 persone già abbastanza provati dal ponte che pensano che finito il ponte debbano anche loro arrampicarsi in parete e cominciano a preoccuparsi. Li tranquilliziamo dicendo che loro possono tranquillamente tornare per il sentiero o la scalinata.

La ferrata è bella. Abbastanza ripida, umida e in alcuni tratti esposta ma abbastanza breve. Sul finale si raggiunge una vecchia scala militare che ci porta direttamente all'interno di un vecchio bunker. Sapendolo ci siamo portati le torce frontali e quindi esploriamo alcuni cunicoli per poi sbucare nella parte sommitale tra i prati.

Non è ancora finita perchè scendendo alcuni scalini (siamo sulla scalinata che arriva dalla fine del ponte per chi non ha fatto la ferrata) arriviamo ad un terzo ponte tibetano di circa 90m di lunghezza che però è ad un'altezza di 90m!! per un'ultima iniezione di adrenalina.


Il ponte finisce esattamente nel parcheggio da dove siamo partiti.

Bella esperienza. Era da fare!!!

Per tutti i dettagli su questa ferrata vedi GORGE di SAN GERVASIO

lunedì 11 agosto 2008

Ferrata AIGUILLETTE DU LAUZET - Monetier les Bains - Serre Chevalier 1500 - Brianconnais - FRANCIA

Data escursione: 11 Agosto 2008
Quota base ferrata (m.): 2.011
Quota sommità ferrata (m.): 2.611
Dislivello Ferrata (m.): 600
Sviluppo ferrata (m.): 1000
Dislivello avvicinamento (m.): 345 - (40min)
Dislivello Totale (m.): 945
Difficoltà: PD (poco difficile) - Molto lunga
Località partenza: Pont de l'Alpe - Monetier les Bains ( Serre Chevalier 1500 - Brianconnais)
Partecipanti: Io da solo

Bello caldo dalla ferrata del giorno precedente decido di andare ad esploare la vicina Francia patria sempre di più Vie ferrate. Ebbene si..qui dove tutto viene chiamato alla francese (la Mountain Bike diventa Velo Tout Terrain) il nome è rimasto invece in italiano indicandone la nascita proprio nel nostro bel paese.

Decidiamo quindi con moglie e amici di andare alla Aguillette de Lauzet dove c'è anche una bella camminata da fare con la possibilità non rara di avvistare parecchi stambecchi.





Dopo Briancon proseguiamo verso il Colle del Lautaret e subito dopo aver passato l'abitato di Monetier les Bain si trova la localita Pont de l'Alpe dove lasciare la macchina.
Il tempo di indossare lo zaino e siamo già in cammino sulla carrozzabile che porta all'Alpe de Lauzet. Dopo circa 1h di cammino ed aver passato un alpeggio incontriamo una targa che indica la direzione per arrivare all'attacco della ferrata.

Sono un pò titubante se lasciare il gruppo, che continuerà la salita su sentiero cercando di vedere i tanti stambecchi della zona, per affrontare la ferrata perchè nel frattempo il cielo comincia a coprirsi minacciando pioggia. Dopo un breve consulto con i mie compagni decido di affrontare la ferrata da solo e di ritroverci al piccolo ristoro dell'alpeggio.
Lascio lo zaino a mia moglie e mi carico solo la borraccia, un pile leggero (siamo ormai a 2700m di quota) e qualche barretta per salire veloce e rientrare "se possibile " prima della pioggia.
Dopo il bivio si sale ancora per un centinaio di metri per rocce e tracce di sentiero fino ad arrivare contro l'imponente parete calcarea dove effettivamente comincia la ferrata attrezzata.
Sono solo, nessun ferratista in vista più avanti. Mi ibrago e velocemente comincio la salita.
L'intera ferrata ha un lungo sviluppo (1000m) per un dislivello di appena 600m ciò comporta molti traversi ed anche tanti sali e scendi. Il percorso è generalmente abbastanza facile anche se quasi sempre esposto e con solo alcuni passaggi strapiombanti. E' spettacolare la vista che in ogni punto possiamo godere.
Il percorso è poi molto vario e gratificante grazie anche ad una bella grotta, un camino in salita che ci porta a sbucare dietro un grosso diedro ed ad una scala abbastanza lunga che ci permette di superare un tetto strapiombante.
Il percorso diventa impegnativo per la lunghezza infatti io impiego 2h nonostante cerchi di correre il più possibile perchè e circa 100m dalla vetta comincia a piovere. Fortunatamente è una pioggerella leggera portata dal vento ma giunto in cima a 3210m nonostante sia estate sono contento di essempi portato il pile.
Giusto il tempo di approfittare di un'apertura nel cielo per godere del maestoso spettacolo della vista dei ghiacciai del Massif des Ecrins e sono già sul sentiero di ritorno.
Per la prima mezzora il tempo me la manda buona ma poi ricomincia a piovere e ci vorrà almeno ancora 40-50min prima di essere al caldo del ristoro dell'alpeggio dove incontro mia moglie e gli altri del gruppo che nel frattempo erano già arrivati perchè colti anche loro dalla pioggia.

Sicuramente una ferrata da rifare con una bella giornata.
Facciamo un bel nodo al fazzoletto.

domenica 10 agosto 2008

FERRATA del ROUAS - Melezet - Bardonecchia (TO) - Piemonte - ITALIA

Data escursione: 10 Agosto 2008
Quota base ferrata (m.): 1370
Sviluppo ferrata (m.): 1000
Dislivello avvicinamento (m.): 0
Difficoltà: Itinerario A - AD (abbastanza difficile)
Itinerario B - D (difficile)
Variante C - PD (poco difficile)
Esposizione: Sud-Est
Località partenza: Melezet (Bardonecchia (To) - Piemonte)
Partecipanti: Io da solo

La febbre da "Vie Ferrate" continua e questa volta mi tocca anche un'uscita in solitaria anche se confido, visto la stagione, di trovare dei compagni lungo il percorso.

Come da previsione mentre mi infilo l'imbrago e il caschetto ecco che arrivano un papà con i due figli pronti per affrontare la ferrata. Ci salutiamo e scambiamo 2 parole sul percorso che lui ha già fatto più volte e mi dice che loro faranno solo il primo tratto dell'Itinerario A perchè vuole far provare per la prima volta questa esperienza ai figli.
Mentre finisco di preparare lo zaino li lascio iniziare la salita.



Dopo poco parto anche io. L'attacco è molto semplice e molto attrezzato con gradinatura molto fitta proprio per essere adatta anche ai bambini.
Questo tratto è l'ideale per scaldare bene i muscoli soprattutto perchè arrivato al bivio della "Balma del Camoscio" decido di prendere a destra verso l'itinerario B (variante atletica) più difficile ed impegnativo.
In effetti questa variante dopo un primo tratto obliquo, presenta un bello strapiombo da tirare tutto di braccia che ci porta alla fascia superiore della falesia.


A questo punto si procede su un lungo traverso incontrando alcune cascatelle (anche con rocce lisce e scivolose), alcuni strapiombini e diedri fino a risalire sulla cresta del Bosco del Rouas.
A questo punto per un sentiero pianeggiante ci si sposta sulla sinistra fino a ritrovare l'itinerario A della ferrata poco sopra il bivio affrontato in precedenza.
Questo secondo tratto sicuramente più facile del precedente ci da modo di rilassarci un pò e di godere dello splendido panorama con vista sulla "Guglia Rossa" all'imbocco della Valle Stretta, sul Colle della Scala e sulla Punta del Mezzodì.
Dopo poco si arriva al particolare passaggio della Grotta,che consiglio perchè facile ma gratificante, usciti dal quale con un passaggio su di una fune tesa ed una piccola passerella ci porta all'ultimo traverso sulle fenditure della falesia del Pian del Colle.
Una breve discesa su scaletta e si arriva alla fine della ferrata da cui con un breve sentiero ritorniamo al posteggio.



All'auto ritrovo il papà di prima con i due entusiasti figli che non vedono l'ora di rifarla...altri du contagiati dalla "febbre"...

Per tutti i dettagli su questa ferrata vedi Ferrata del ROUAS