Data escursione: 19 Agosto 2010
Località: Ponti di Pornassio (IM) - Valle Arroscia (Liguria)
Partecipanti: Io & Silvia
Quest’anno di comune accordo con Silvia, abbiamo deciso di fare vacanze al mare invece che in montagna. Effettivamente sono andato parecchio in montagna in questo periodo e poi a fine agosto salirò il mio primo 4.000m quindi mi sembrava giusto variare un po’ il panorama.
Peccato però che né io né Silvia evidentemente riusciamo a stare troppo tempo lontano dalla montagna o comunque da qualsivoglia attività che implichino la salita o la discesa di pendii più o meno ripidi.
Questa volta l’idea è stata di Silvia che in un impeto di avventura ha deciso di andare a fare canyoning. Molti di voi si chiederanno cosa sia ed è la stessa cosa che mi chiedevo io prima di averlo fatto.
"Molto semplicemente” si tratta di vestirsi da SUB-ALPINISTI e scendere in vari modi (calate in corda doppia, salti o scivoli) il corso di un torrente più o meno impervio ed impetuoso.
Per sub-alpinisti intendo vestiti con muta 4mm completa di calzari e scarponcini, giubbotto di salvataggio (SUB) e imbrago con doppia longe tipo ferrata, moschettone per assicurazione, discensore e caschetto (ALPINISTA).
Ci troviamo quindi alle 9.00 alla base del Centro Canyoning di Ponti di Pornassio sopra Pieve di Teco (IM) dove incontriamo Uberto, il nostro istruttore, che ci accompagnerà in questa avventura di 4 ore tra uno dei canyon più belli della Liguria di Ponente.
Dopo esserci abbigliati di tutto punto come sopra descritto saliamo sul pulmino che in 30’ ci porta all’inizio del nostro percorso. Uberto ci spiega che lungo il percorso ci saranno numerose calate in corda doppia, alcuni eventuali salti, che chi non vuole potrà scendere in corda doppia, ed alcuni scivoli naturali il tutto collegato da camminate nel greto del fiume e nuotate per attraversare le pozze più profonde.
Dopo aver disceso il ripido versante che porta al fondo della gola Uberto ci invita a fare il battesimo dell’acqua ovvero tastarne la temperatura. Io che patisco decisamente il freddo a piedi e mani non sono per nulla convinto, e si vede dalla faccia, ma tantè…4 ore nell’acqua gelida stavolta non me le leva nessuno.
Quindi bel tuffo nelle gelide acque del torrente e sorpresa delle sorprese la muta tiene di brutto…giusto un leggero brivido ma pensavo peggio…per ora.
Si procede dunque scendendo il torrente. Camminiamo nell’acqua fino alle ginocchia ed in alcuni tratti le pozze sono profonde fino alle spalle. Prendiamo dimestichezza anche con le calzature che hanno una tenuta decisamente ottima anche sui sassi bagnati…attenzione però che basta un leggero velo di alghe o muschio sulle pietre ed in un amen si è col sedere per terra (ed essendoci sassi irregolari sul fondo non è affatto piacevole).
Eccoci arrivati alla prima pozza. Per chi vuole ci si può arrampicare sul bordo del canyon e fare un bel saldo da circa 3m altrimenti si può entrare direttamente camminando. Un bel tuffo con scarica di adrenalina non me lo leva nessuno…evvai.
Ancora 4 passi ed eccoci alla prima calata.
Uberto ci insegna come scendere in corda doppia. Lui per queste prime calate ci assicurerà anche da sopra per ogni evenienza. La calata è di circa 6m.
E’ la prima volta sia per me che per Silvia ma ce la caviamo bene. Peso indietro, gambe perpendicolari alla parete, lasciamo scorrere piano la corda e siamo sul fondo immersi nella pozza. Sganciamo e via con l'avventura.
Altre due calate ed eccoci al mitico salto di ben 9m. Si avete capito bene…9m di salto nel vuoto per tuffarsi in una profonda pozza stretta e lunga.
Uberto ci assicura sulla profondità della pozza ma non ci obbliga a saltare. Chi se la sente salta, altrimenti scende in corda. Non vuole vedere tentennamenti sul bordo del salto perché potremmo scivolare e farci male. Chi vuole saltare si avvicina e si butta subito altrimenti si cala.
Un suo assistente ci fa vedere come si deve saltare. Non bisogna andare fin sul bordo perché la roccia è troppo inclinata e scivolosa, quindi bisogna rimanere circa 1,5m più indietro del baratro e poi con un bel salto lanciarsi nel vuoto.
Veder gli altri farlo sembra facile…ma farlo come sarà?
Ci penso un attimo, il tempo che altri 3 saltino e sono sul sasso…respiro profondo…raccolgo le gambe…tappo il naso e via sono nel vuoto.
Sembra non finire, l’adrenalina sale a mille e sono sott’acqua. Quasi non sento il freddo…riemergo e sono gasatissimo…penso che potrebbero prendermi a schiaffi e non me ne accorgerei...sento l’adrenalina che scorre a fiumi…è stato FANTASTICO.
Silvia decide di non saltare, non se la sente e poi lei ha anche il problema delle lenti a contatto.
Si cala in corda doppia ma non è una bazzecola perché la cascata è alta e vuota sotto quindi la calata prevede un po’ di tecnica. Se la cava bene la ragazza e in un attimo è già arrivata.
Andiamo avanti ancora con altre calate ed altri tuffi meno adrenalinici ma altrettanto belli ed emozionanti. Il sole filtra pochissimo tra le fronde delle betulle sul bordo del canyon e da quaggiù il panorama è davvero particolare. La gola è profonda e stretta e vi crescono varie piante e fiori sulle ripide ed umide pareti. Ci sono libellule dai colori brillanti che vibrano immobili a pelo d’acqua.
Camminiamo ancora verso valle ed ecco che troviamo una splendida pozza di acqua cristallina che si apre ad anfiteatro con varie possibilità di salti da fare.
Qui ci sbizzarriamo e giochiamo un po’ per poi proseguire con la prima serie di scivoli.
I primi sono semplici collegamenti tra varie pozze poi arriva il bello.
Visto da sopra sembra un “normale” scivolo lungo circa 2 metri e che scende più o meno a 45°. Si decide di farlo tutti, anche Silvia. Peccato che dopo i due metri che si vedevano da sopra poi lo scivolo finisce e si precipita a piombo nell’acqua per circa 4m. Bellissimo ed adrenalinico. Forse Silvia la pensa diversamente o per lo meno la sua faccia dice il contrario una volta riemersa dall’acqua.
Oramai ci ha fatto il callo e quindi vai con altri 3 scivoli simili.
Poi una bella calata con sorpresa ovvero appena 2 metri sotto l’inizio della calata la parete della gola sparisce e si apre in una grotta che ti obbliga a calarti in pieno sotto la cascata con gli scrosci dell’acqua sul casco che ti martellano. Come se non bastasse la corda per la calata è stata tenuta dalla guida Uberto, appositamente corta e quindi ecco che la corda finisce e mancano ancora due metri al pelo dell’aqua della pozza. Quindi via le mani dalla presa e bel tuffo indietro a far sfilare la corda dall’imbrago e piombare in acqua.
Per chiudere in bellezza all’ultimo salto di 5m che porta in una pozza decisamente lontana dalla partenza della calata si prepara una teleferica. Ci si aggancia quindi con la longe e con le gambe sollevate ci si lancia nel vuoto per arrivare ad atterrare nella pozza.
Bellissimo. Ancora camminate e scivoli via via più facili fino ad arrivare alla fine dell’itinerario.
Risaliamo il canyon e arriviamo sulla strada e perdendo acqua ad ogni passo ci avviamo ad attraversare la borgata fino all campo base sotto gli occhi curiosi e straniti di villeggianti e paesani.
E’ stata una gran bella esperienza. Non proprio nelle mie passioni soprattutto per l’acqua gelata e per il raffreddore che mi sono preso ma ci siamo veramente divertiti e devo essere sinceri anche stancati.
Mi sono stancato di più a scendere 500m che a salirne 1500m.
Buone montagne, e torrenti, a tutti.
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