lunedì 26 luglio 2010

Rifugio MONZINO m2.590 - Chatelet - Val Veny - (Valle d'Aosta)

Data escursione: 26 Luglio 2010
Quota partenza (m.): 1.589
Quota arrivo (m.): 2.590
Dislivello complessivo (m.): 1.001
Durata : 2h 20m (cartello indicatore 2h 45m)
Difficoltà: EEA (Escursionisti Esperti con Attrezzatura)
Esposizione: Sud
Località partenza: Freney - Val Veny (Aosta-Valle d'Aosta)
Partecipanti: Io & Gianluca

Eccoci di nuovo qui per l'ultima escursione prima delle ferie estive....e si perchè venerdì Gianluca parte per il BORNEO (beato lui!!!) mentre io ancora una settimana di lavoro poi due settimane al mare.
Al mare direte voi? Eh si, non posso sempre vincere io e quindi montagna durante tutto l'anno ma in estate accontentiamo Silvia che preferisce il mare....se non fosse altro perchè li almeno non la faccio sempre camminare...al massimo nuotare!!!

Comunque per oggi la meta scelta è il Rifugio Monzino situato sul costone del Chatelet in Val Veny che si erge tra i tormentati ghiacciai del Brouillard e del Freney a loro volta circondati dallo splendido e severo anfiteatro costituito dall’ Aiguille Noire, dalla Cresta di Peuterey, dagli enormi pilastri del Monte Bianco e delle creste dell’ Innominata e del Brouillard.

Ci troviamo quindi quindi alle 7.30 a Morgex e dopo l'immancabile cappuccio e cornetto ci dirigiamo verso Courmayeur e poi a sx per entrare nella Val Veny.
Già solo il fatto di essere al cospetto del massiccio del Monte Bianco fa una certa impressione e scatena una grande emozione.

Arrivati nei pressi della area pic-nic di Freney lasciamo l'auto e dopo aver caricato zaini, imbrago, casco e longe partiamo.
Il rifugio è già visibile dal posteggio abbarbicato sul costone del Chatelet.
Seguiamo inizialmente la strada poderale e dopo il secondo ponte seguiamo a sx il sentiero 16 che inizialmente sale in un bosco di larici, poi esce ed attraversa la morena del ghiacciaio del Freney con alcuni ponticelli e poi risale per prati fino contro al primo salto di roccia attrezzato a via ferrata.


Qui ci imbraghiamo, indossiamo longe e casco e cominciamo a salire il facile tratto attrezzato.
Effettivamente altre persone salgono senza attrezzatura anche perchè resta inteso che l'attrezzatura da ferrata non serve per salire con più facilià bensi serve come sicurezza in caso di caduta evitando di volare di sotto...quindi visto che in montagna la sicurezza non è mai troppa preferiamo procedere assicurati...gli altri facciano come vogliono.

Dopo il primo tratto di ferrata si procede su ripido sentiero con brevi zig zag che non danno mai tregua fino al secondo salto di roccia. Abbiamo la fortuna di osservare da vicino una famigliola di giovani stambecchi che tranquillamente pascola sui ripidi pendii.

Attacchiamo quindi il secondo tratto di ferrata scegliendo la vai gialla (sx) che presenta molto meno gradini rispetto alla rossa (dx) praticamente una scala verticale.
Ad essere onesti Gianluca si era fatto attirare dall'altra via più facile ma visto che siamo venuti fin qua almeno divertiamoci...e poi la rossa la rifaremo al ritorno...promesso!


Alla fine di quest'ultimo tratto giungiamo sulla sommita del costone in una sella tra il rifugio a dx e la bella vetta del Aiguille Chatelet sulla sx.


Risalendo il pratone in direzione dell'ormai prossimo rifugio si può godere della spettacolare vista del Ghiacciaio del Broillard a sx e del Ghiacciaio del Freney a dx.


Arrivati al rifugio troviamo la cordiale e simpatica gestrice che oltre ad averci rifocillato con un ottimo minestrone caldo, preparato dal cuoco nepalese, ci ha anche dato preziose informazioni sul meteo dei prossimi giorni nonchè indicazioni sulle possibili escursioni ed ascensioni che appuntiamo sulla nostra "agenda dei desideri". Il tutto, e non è poco, a prezzi equi soprattutto se consideriamo che anche qui gli approviggionamenti arrivano solo via elicottero.

Sarà ma in questo periodo che frequentiamo i vari rifugi della Valle d'Aosta troviamo sempre ottimi gestori. Preparati, cordiali, propensi al dialogo e soprattutto onestissimi...dovremmo mandare a far un corso alcuni gestori delle nostre parti che forse non hanno ancora capito cosa voglia dire il termine "RIFUGIO"

Una piccola particolarità...questo rifugio è per veri alpinisti e lo si vede anche nei dettagli...persino per andare in bagno ci sono dei chiodi fissi per assicurarsi.


La salita complice lo sforzo l'abbiamo fatta in pantaloni e maglietta corti ma ora che siamo fermi e la perturbazione in arrivo a momenti oscura il cielo, la temperatura comincia a farsi sentire e ci dobbiamo coprire.
Rifocillati e riscaldati dal tepore del rifugio , verso le 13.00 riprendiamo la discesa.
Sui passaggi di ferrata in discesa dove possiamo scegliamo i percorsi più gradinati. Disarrampicare una ferrata non mi viene mai così naturale come arrampicarla ma comunque in 2 ore siamo nuovamente all'auto.

Salutiamo la bella Val Veny e mentre ci lasciamo alle spalle il Gigante Bianco i nostri pensieri sono già alla prossima volta che potremmo ritornare al suo cospetto.

Buone Montagne a Tutti


2 commenti:

Nadia l'Alpingirl ha detto...

Troppo forte il chiodo per andare alla toilette!!!
Ps. Anche alcuni gestori della nostra zona dovrebbero andare a fare qualche corso!!!

Abond ha detto...

Vedo che tutto il mondo é paese.
Mi piacerebbe molto venire a scoprire le vostre montagne un giorno...dall'estremo Ovest all'estremo Est.
A pasqua siamo venuti a visitare Trieste,Gorizia,Treviso e Cividale e ci é piaciuto un casino.

Se un giorno sarete dalle nostre parti fatemelo sapere che magari organizziamo una sgambata.