domenica 26 luglio 2009

Ferrata AIGUILLETTE DU LAUZET - Monetier les Bains - Serre Chevalier 1500 - Brianconnais - FRANCIA

Data escursione: 26 Luglio 2009
Quota base ferrata (m.): 2.011
Quota sommità ferrata (m.): 2.611
Dislivello Ferrata (m.): 600
Sviluppo ferrata (m.): 1.000
Dislivello avvicinamento (m.): 345 - (40min)
Dislivello Totale (m.): 945
Difficoltà: PD (poco difficile) - Molto lunga
Tempo totale : 40min sentiero andata + 2.30h ferrata + 2.30h sentiero ritorno
Località partenza: Pont de l'Alpe - Monetier les Bains ( Serre Chevalier 1500 - Brianconnais) - FRANCIA
Partecipanti: Io e Roberto

Eccomi nuovamente ad affrontare questa ferrata abbastanta facile tenicamente ma molto lunga. Al contrario di un anno fa oggi la giornata è stupenda. Non una nuvola, sole caldo e aria cristallina. L'ideale per una bella gita di tutta la giornata.
Altra differenza è che non sarò da solo ma ci sarà il sempre fidato Roberto.
Sono contento che ci sia anche lui, sarà una mia fissa ma andare in montagna da solo non mi piace e mi da poca sicurezza.

Ecco come si presenta dal posteggio

Ecco la cima con la croce dove saliremo (con mega zoommata dal posteggio)

Dopo la stancata di ieri oggi sarà un bel "tour de force" (ben 1Km di cavo) soprattutto per le ginocchia di Roberto che cominciano a far sentire gli acciacchi di anni di pallavolo e attività sportive varie.

Arriviamo al Pont de l'Alpe verso le 9.30. A fatica troviamo posteggio tra le macchine di tutti i francesi che si sono riversati in questo angolo di valle.
Ci carichiamo gli zaini in spalla, indossiamo gli scarponi, inforchiamo i bastoncini e siamo sul sentiero che sale la valle.

In 20min arriviamo al primo alpeggio e man mano che saliamo incontriamo moltissima gente. Fortunatamente per noi la maggiorparte di loro è diretta al Gran Lac via trekking.
Dopo altri 20min (40 min dalla partenza) siamo all'attacco della ferrata.
Ci imbraghiamo, e cominciamo a salire. Un gruppo di 3 persone ha circa 10min. di vantaggio e per noi va benissimo così ognuno arrampicherà col suo ritmo senza pericolo di intralciarsi.

Il primo tratto è su un sentiero decisamente ripido e friabile in parte attrezzato con il cavo, poi comincia la ferrata vera. La roccia è bella. Sembra di essere nelle Dolomiti per la conformazione della montagna e per come si innalza verticale e improvvisa dal bosco sottostante.

Si procede inizialmente con alcuni traversi alternati da tratti più verticale fino ad aggirare parte del massiccio e cominciare a vedere sul versante opposto gli imponenti ghiacciai del Parc National des Ecrin.

Il percorso risula generalmente molto vario e abbastanza facile. Se però si decide di procedere tutto per roccia utilizzando il meno possibile il ferro ecco che diventa decisamente più difficile e gratificante tenendo anche conto che si è quasi sempre molto esposti e in alcuni tratti, soprattutto verso la cima, strapiombanti.

Dopo alcuni passaggi in discesa, non proprio simpatici dato che non si vede dove mettere i piedi, entriamo nella caratteristica grotta che salendo verso l'alto permette di uscire da una fenditura abbastanza angusta ed infatti con lo zaino si fa abbastanza fatica a passare.


Da qui si comincia a risalire più verticalmente e con alcuni passaggi gratificanti.
Si trova poi una scala abbastanza lunga che ci permette di superare un tetto strapiombante per arrivare, poco sotto al colle ad uno spiazzo erboso con sentiero dove il cavo viene interrotto. Ci fermiamo, insieme ai tre ferratisti francesi che ci precedevano, per riposarci, fare uno spuntino e dare un pò di vantaggio al folto gruppo di ragazzi con guide francesi, che nel frattempo abbiamo raggiunto, e che ci precede molto a rilento.

Dopo una decina di minuti decidiamo di partire e troviamo una delle guide francesi che torna indietro per soccorrere uno dei ragazzi che colto presumibilmente da un attacco di paura non ne vuole più sapere nè di salire nè di scendere.

Rassicurati dalla guida, sulle condizioni del ragazzo e dalla sua presenza con lui, iniziamo l'ultimo tratto che sale al colle praticamente verticale. Anche qui decidiamo di usare il più possibile l'arrampicata libera su roccia ed è una vera goduria. La roccia è stabilissima con molti appigli sicuri per piedi e mani anche se la fatica (siamo a quasi 2 ore dall'inizio della ferrata) comincia a farsi sentire.

Arrivati al colle siamo secondo me nel punto più brutto e pericoloso della ferrata.
Il cavo è interrotto (volutamente ma non capisco perchè) per un tratto su terra e detriti decisamente friabile e ripido con strapiombo sottostante di almeno 200-300m

Attraversiamo con cautela questo tratto e giunti all'aggancio del cavo per la cima ci assicuriamo e prendiamo fiato. Già da qualche minuto Roberto fa fatica a procedere per il male al ginocchio. Non dice nulla stringe i denti ma si vede che non sale al suo ritmo, Mi spiace...forse era meglio farci una gita più calma visto la ferrata di ieri.

Pensiamo sul da farsi.

Saltare la cima, come purtroppo ho dovuto fare l'anno scorso per il forte temporale, o fare gli ultimi 150m di dislivello.

Roberto non molla e decidiamo di salire.

Ancora un bello strappo verticale e un passaggio in un canaletto stretto e poi ancora su dritti.

Siamo li appesi quando sentiamo un elicottero arrivare decisamente vicino alla parete. Fa venire i brividi ma è la Gendarmerie che, chiamata dalla guida, è venuta a prendere il ragazzo francese che stava male.
In un attimo si calano fuori, imbragano il ragazzo e volano via.

Sentire un elicottero rimbombare a quell'altezza appeso in parete e vederlo li sotto con le pale a pochi metri dalle rocce mi ha fatto un pò tremare e ha consolidato il mio pensiero di andar in montagna con la massima cautela ed almeno in due.

Sfuggo i pensieri che mi affollano la mente e riprendo a salire. Ancora due passaggi strapiombanti ed ormai sopra di me non vedo più roccia.
Sono in cima.
Mi accoglie la croce che abbiamo a malapena visto da sotto (zoommando a 12x) e una femmina di stambecco con un cucciolo che sul versante alle mie spalle attraversa placidamente, con passo sicuro e senza alcuno sforzo una instabile pietraia su cui un uomo a mala pena riuscirebbe a stare in piedi "fermo".

Dopo pochi minuti arriva anche Roberto. Il ginocchio lo sta facendo impazzire ma gli si riempiono gli occhi di gioia quando vede lo spettacolo dei ghiacciai che gli si para davanti, dalla cima.



Agneaux Glacier (dalla vetta)


Le Grand Lac (dalla vetta)


Qui ci prendiamo finalmente una bella pausa prima della lunga discesa. Dobbiamo farci ben 950m di dislivello fino all'auto.
Facciamo un bello spuntino e beviamo molto. La giornata è splendida e calda e ci possiamo prendere anche un pò di tintarella tra una foto e l'altra.
Scambiamo 4 chiacchere con il gruppo di francesi che ci ha preceduto per tutta la ferrata e dopo 1 ora di meritato riposo ci prepariamo per scendere.

Ci togliamo l'imbrago, il casco e le longe. Inforchiamo i bastoncini e scendiamo per il ripido stretto e "vertiginosissimo" sentiero che dalla cima scende al colle e poi ai pratoni dietro alla vetta.

Da qui tra varie praterie disseminate di marmotte seguiamo il lungo sentiero che aggira la cima da nord per poi incontrare circa a quatoa 2000m il Gr.50 che è "Le Chemin du Roi" che attraversando il bosco va a sbucare nella valle dell'Alp da dove siamo partiti, all'altezza dell'alpeggio.

Ci rinfreschiamo e riempiamo le borracce ormai vuote con la gelida acqua della fontana e riprendiamo il sentiero del ritorno.

In breve siamo all'auto e finalmente ci possiamo sedere e riposare.

Abbiamo fatto un gran bell'Anello di cui il mio amico "Il Signore degli Anelli" sarebbe fiero...se non fosse che bisogna procedere sulla ferrata che non è il massimo per lui che soffre di vertigini.
Siamo stati in giro circa 7ore (6 di cammino/ferrata). Siamo esausti ma felici.

Consiglio a tutti questa bella gita.

Buone Montagne a tutti

sabato 25 luglio 2009

Via Ferrata di Rocca Clarì " Mario Perona - Aldo Saglia" - Claviere (TO) - Piemonte

Data escursione: 25 Luglio 2009
Quota base ferrata (m.): 1.550
Quota sommità ferrata (m.): 2.050
Dislivello (m.): 500
Sviluppo ferrata (m.): 750
Dislivello avvicinamento (m.): 0
Difficoltà: D+ (difficile +)
Località partenza: Gorge di San Gervavio - Claviere ( Claviere (TO) - Piemonte )
Partecipanti: Io e Roberto

Dopo 4 mesi di pausa dall'ultima via ferrata fatta, ecco riconsolidarsi l'affiatata coppia delle ferrate. E' bastata una mia telefonata a Roberto per combinare in un lampo un intenso weekend in Alta Valle di Susa a base di Vie Ferrate.

Il ritrovo è per il sabato mattina da me e dopo un pranzo leggero siamo già in auto per andare a fare quella che è ritenuta da molti la più bella, impegnativa e difficile via ferrata della Valle di Susa.


Stiamo parlando della via ferrata di Punta Clarì a Claviere sul confine Italo-Francese. Una nuovissima e splendida ferrata ottimamente realizzata alla fine del 2008 da alcune guide dell'alta valle ed inserita nelle Gorge di San Gervasio dove si trovano varie vie di arrampicata libera, un interessante percorso al bordo torrente (in parte attrezzato con passerelle e ponti sospesi), il Ponte Tibetano più lungo del mondo ed un'ulteriore ferrata particolare perchè sbuca all'interno di un ex bunker.

Tutto il resto lo avevamo fatto già lo scorso anno ma ci mancava questa ferrata. Ci aspettiamo la più bella, tecnica ed adrenalinica fin'ora provata.

La ferrata si divide in tre tratti attrezzati con cavo collegati da due ripidi sentieri il tutto diviso in 15 settori ben segnalati e dai nomi azzeccatissimi e decisamente evocativi di ciò che ci si para davanti.

Parte prima Roberto e io lo seguo, lasciandogli almeno 1 o 2 tiri di vantaggio onde evitare intralci anche in caso di eventuale caduta.
Iniziamo con "LA LAMA" un bel tratto su di un pilastro pressochè verticale


per poi passare al "FAR WEST CROSSING"


e al "FUNGO MAGICO"


ovvero due enormi denti di calcare che in alcuni tratti sono larghi poco più dei due piedi e con arrampicata decisamente areea (da entrabe i lati).
Il nome Fungo magico è decisamente evocativo e azzarderei addirittura a chiamarlo FUNGO ALLUCINOGENO per come si presenta.

Questi primi due passaggi sono decisamente verticali ed esposti e ben servono a fare selezione. Se fin qui vi siete divertiti sarà tutta una goduria.
Si continua velocemente a salire verso il "CANALE DELLA BOMBA" fino ad arrivare alla prima possibile sosta al "PIAN DELLA BIRRA".

Mai nome fu più appropriato visto che siamo in un bello spiazzo ombreggiato con alcuni trochi comodi per sedersi e a saperlo ci si portava veramente le birre per festeggiare. Purtroppo avendo solo io la macchina fotografica questa è l'unica foto che sono riuscito a farmi fare.

Dopo un breve tratto di sentiero (sentiero di Bunker che sale da Cesana) si arriva ad un tratto abbastanza facile ma quasi senza ferro artificiale, denominato "VIA DEI CAMOSCI". Ancora un breve tratto di sentiero in una gola decisamente franosa ed eccoci al secondo tratto lungo di ferrata.

Si inizia con "LE TANICHE". Questo è uno splendido tratto senza alcun ferro artificiale se non per il caso di assicurazione. Ci si arrampica solo di gambe e braccia sulla roccia e questo da una soddisfazione incredibile. Questo è un tratto decisamente tecnico e se non si hanno un minimo di tecniche arrampicatorie si trova lungo anche se in caso estremo ci si puo sempre aggrappare al cavo.

Con la stessa tipologia si percorre un tratto fino a raggiungere il filo dello spigolo e stando a volte a destra e a volte a sinistra si arriva alla spettacolare "CENGIA SUPER CALCAIRE" che viaggia quasi parallela alla "sorella maggiore" via di arrampicata.
Questa è formata da un enorme blocco calcareo staccato nel vuoto.

Si sale per un diedro verticale e molto esposto, il "COSTONE DELLA PINETA" e si passa a "EL PASO DOBLE" un traverso leggermente strapiombante e completamente nel vuoto che conduce ad un breve terrazzino "TERRAZZO DEL GENERATORE".

Da qui la cima è in vista. Ancora alcuni spettacolari e tecnici passaggi e siamo in vetta.
Si procede sempre molto verticali sul "GRAN PILASTRO" e poi per un canaletto "LA CREPA" arriviamo all'ultimo passaggio. La "SCALA BIONICA".


Una scala veramente "bionica" e decisamente verticale che punta verso il cielo e sembra non aver fine se non nel vuoto.
Dalla cima della scala si arriva poi alla "TERRAZZA DEL CIPPO" in vetta alla Punta Clarì.
Siamo esausti e adrenalinici. Ci verrebbe voglio di rifarla. E' stata decisamente entusiasmante. Eravamo soli e ce la siamo goduta tutta e andando col nostra passo in 2.15h siamo in vetta.

Da qui prendiamo il sentiero segnato che porta all'arrivo della seggiovia che sale da Claviere e poi seguendo la pista arriviamo al prato dietro al Bunker e da li prendiamo per le Gorge di San Gervasio.
Qui invece di scendere al fondo delle gole e proseguire verso l'auto decidiamo di attraversare, con ultima scarica di adrenalina, il nuovo ponte tibetano. 100m di lunghezza per 100 di altezza che porta al posteggio di Claviere perchè ci avevano detto che le passerelle delle gorge erano fuori uso causa le nevicate dell'inverno.

Attraverso il ponte quasi di corsa, ebbene si...il vuoto dei ponti tibetani mi mette sempre ansia e la mia tattica resta la velocità. Meno tempo impiego meno ci penso.
Roberto dice che detengo il guinnes dei primati di attraversamento ponte tibetano.
Giunti dall'altra parte riprendiamo il sentiero che sale alla cappella di San Gervasio e poi scende nelle gorge per rientrare all'auto.

Ottima Via Ferrata. Complimenti a tutte le guide e alle imprese che l'hanno realizzata.

Oggi ci siamo fatti le braccia perchè domani è un'altro giorno e ci aspetta un'altra bella ferrata in territorio francese.

Per maggiori informazioni vi rimando al sito Altox

sabato 18 luglio 2009

Trekking ad ANELLO - Monfol - Strada dei Cannoni - Montagne Seu - Monfol - (TO) ITALIA

Data escursione: 18 Luglio 2009
Quota partenza (m.): 1.666
Quota Massima (m.) : 2.300
Quota arrivo (m.): 1.666

Dislivello complessivo (m.): 635
Durata giro: 4,00h
Difficoltà: E
Località partenza: Monfol (Sauze d'Oulx (To) - Piemonte)
Partecipanti: Io & Silvia, Piero & Camilla, Aurora + Gianluca & Laura & Maggie

Eccoci pronti per un'altro giro con "Il Signore degli anelli (per non parlar del cane)"
Al gruppo dei soli 4 più la piccola Camilla (lagottina romagnola) si aggiungono i miei due amici Gianluca e Laura insieme alla bella Maggie. Purtroppo per un banale incidente di Gianluca che ha un ginocchio mal messo, a malincuore loro decidono di raggiungere il rifugio Arlaud di Montagne Seu lungo la carrozzabile mentre noi li raggiungeremo dopo aver fatto un anello più alto e lungo.

In cielo è decisamente coperto e ogni tanto arriva qualche gocciolina portata dal vento. Le cime attorno dove il cielo si apre sono spruzzate dalla neve caduta nella notte ma proprio questi squarci ci fanno ben sperare in una bella giornata.
Ci copriamo un pò di più rispetto hai programmi e partiamo quindi dal sentiero Nr.3 che sale subito sulla dx, prima di entrare nella borgata di Monfol.
Non passano 10 minuti che abbiamo la prima sorpresa benaugurante del trekking. Un giovane capriolo ci osserva dal prato appena sopra di noi. Giusto il tempo per una foto (per la fretta mi è venuta mossa acc...) e si riparte. Il sentiero è bello, tutto nel bosco ma parte subito ripido e non molla per tutta la prima ora fino ad arrivare al "Ferro di cavallo" dove incontriamo la carrozzabile che dal Col Blegier scende a Monfol.


La percorriamo per un breve tratto in discesa fino a trovare il bivio per il sentiero Nr.5 che porta sulla Strada dei Cannoni - Assietta.


Qui il sentiero viaggia quasi pianeggiante per lunghi tratti, poi torna a salire e poi spiana nuovamente.
Incontriamo i segni di diverse slavine invernali che hanno distrutto parecchi alberi che tutt'ora bloccano il sentiero. Raggiungiamo, ed ignoriamo, il bivio che con il sentiero Nr.7 a sx scende direttamente a Montagne Seu e quindi al rifugio. Proseguiamo dritto fino ad uscire dal bosco e a giungere esattamente sotto il Col Lauson dove incontriamo il sentiero GTA che scende dalla Testa dell'Assietta verso Salbertrand.
Da qui facciamo un pò di foto panoramiche e ci godiamo il susseguirsi di pratoni, cespugli di rododendri e abeti.


Ora ci aspetta una discesa di 600 metri quasi diretta visto che siamo esattamente sopra a Montagna Seu.


Seguiamo il ben segnalato sentiero GTA prima fino alla bergeria, poi passiamo sotto un'altana di osservazione dei guardiaparco e puntiamo verso le case della borgata che sono già in vista.
Con il favore del vento contrario, riusciamo a sorprendere una grossa marmotta che si riposa al sole. Si accorge solo all'ultimo della nostra presenza e quindi poi scappa velocemente fisciando e avvisando altre compagne nei dintorni e creando un fuggi fuggi generale.
Finalmente siamo al rifugio. Gianluca & Laura con Maggie ci aspettano, e non da poco (grazie per la pazienza). Ascoltano il nostro raccondo del giro e sono decisamente dispiaciuti, almeno quanto noi, per non averlo potuto fare.
Sarà per la prossima volta e magari lo faremo anche più lungo.

Dopo un frugale pic-nic ci facciamo attirare dai dolci di Elisa la fida "gestora" del
"Rifugio ARLAUD" ai quali aggiungiamo caffè e ammazzacaffè. Prendiamo un pò di sole parliamo di montagna e non e le ore volano ed è già ora di tornare alle macchine.
Riprendiamo dunque la strada che esce dalla borgata in direzione Monfol ma poi appena troviamo l'indicazione del sentiero 11 sulla dx la seguiamo. Questo ci permette di tagliare parte della strada e scendere velocemente all'uscita del parco nei pressi di Monfol.

Quando non ci tira il bidone, e so che non succederà mai più,
"Il Signore degli anelli (per non parlar del cane)" si rivela sempre un grande.
Bei trekking, bei panorami, ottima compagnia, amicizia e spensieratezza.

Il succo vero dell'andar per monti.

domenica 12 luglio 2009

Trekking ad ANELLO - Rollieres - Cima del Bosco - Thures - Rollieres - (TO) - ITALIA

Data escursione: 12 Luglio 2009
Quota partenza (m.): 1.428
Quota Massima (m.) : 2.376
Quota arrivo (m.): 2.376

Dislivello complessivo (m.): 948
Durata giro: 5,00h
Difficoltà: E
Località partenza: Rollieres (Sauze di Cesana (To) - Piemonte)
Partecipanti: Io & Silvia

Invogliati da Piero alias " Il Signore degli Anelli" a intraprendere questo nuovo anello da lui studiato ed organizzato e nonostante la ferrata fatta ieri mattina, alle 8.00 siamo pronti per iniziare questo trekking dei soliti 4. Io & Silvia, Aurora e appunto Piero.
Colazione fatta, zaino pronto, tempo stupendo. Ecco che però squilla il cellulare ed un presagio si staglia all'orizzonte.

E' "IL SIGNORE DEGLI ANELLI (per non parlar del cane)" che con tono mesto e sommesso ci dice che lui e Aurora danno forfait perchè sono troppo stanchi dalla camminata del giorno prima o forse della mangiata/bevuta...mah chi lo sa.
D'altronde l'età è quella che è e a questi inconvenienti "noi giovani" dobbiamo abituarci. (Sai che scherzo Piero...ma da buono scorpione dovevo vendicarmi del bidone)

In ogni caso NOI due siamo pronti e non vogliamo rinunciare, quindi saliamo in macchina e alle 9.00 siamo in quel di Rollieres. Appena dopo il paese svoltiamo a dx sul ponte e poi subito a sinistra fino ad arrivare, 50m. dopo, alla ex colonia dove posteggiamo.

Essendo un anello su due valli e che non ho mai fatto decido di accendere il GPS e segnarmi la traccia in modo da avere un punto di ritorno sicuro.

Cominciamo a camminare seguendo le indicazioni per CIMA DEL BOSCO ma subito dopo circa 15 min. sono in dubbio perchè le indicazioni mi mandano a Sx ovvero verso Sause di Cesana da dove sale la carrozzabile per la cima mentre io vorrei seguire il sentiero che dovrebbe salire dritto e più ripido ma che non trovo e non è indicato. Dopo un pò di indecisione (siamo soli) decidiamo di seguire le indicazioni.

Ben presto ci accorgiamo che le indicazioni ci hanno portato sulla carrozzabile che ci allunga di parecchio la strada ma forse la pendenza minore non ci farà perdere molto tempo.

Il sentiero è piacevole perchè ha un ottimo fondo ed essendo prevalentemente in uno stupendo lariceto non ci fa patire il caldo. Solo per gli ultimi tornanti che ci sono in cima fuori dal bosco (appunto da qui il nome Cime del Bosco) il caldo si fa sentire anche perchè ormai è mezzogiorno.

Sulla cima ci sdraiamo sottovento per uno spuntino e una pausa abbronzatura. Ci sono una decina di trekkers e da li a poco arrivano anche una decina di bikers (mtb).
Dalla cima la vista è splendita e spazia dallo Chaberton, al Fraiteve, al Rocciamelone e ai ghiacciai del Parc Des Ecrin.

Proprio per questo in cima, oltre alla caratteristica cappella, è stato sistemato un palo con tubi indicatori che permettono di individuare una ventina di cime.


Dopo un'oretta di riposo telefoniamo al "Il Signore degli anelli" per fargli invidia, ma Lui "gufa" e da lì a poco il cielo comincia a coprirsi non dando comunque segnali di pioggia. In vetta comincia ad alzarzi un forte vento e la temperatura comincia a scendere.

Ci incamminiamo dunque per la discesa sull'altro versante ovvero scendendo nella Valle del Thures prendendo il sentiero che parte poco prima del "vistoso" pannello per telecomunicazioni.

La discesa è piacevole se non fosse per le tante mosche che ci ronzano intorno. Infatti c'è una margaria con delle mucche al pascolo.


Poco più di 1 ora e siamo alla borgata Thures dove arriva la strada asfaltata che sale da Busson.
A questo punto tengo d'occhio il GPS, proseguiamo su asfalto per circa 1 Km. fino a trovare sulla dx un bivio ben segnalato che indica "Clos de Veis" e che con alcuni brevi saliscendi ci riporta nuovamente nell'altra vallata in vista di Rollieres. Il tutto dopo 1 ora dall'inizio dell'asfalto.

Stanchi e accaldati arriviamo all'auto. Ci cambiamo, abbandoniamo gli scarponi per dei ben più comodi sandali, saliamo in macchina e ci dirigiamo al primo bar per una fresca e dissetante Panachè ( per chi non lo sapesse Birra e gazzosa) seduti comodamente in vista della Cima del Bosco per rimirare la nostra faticata.

Se non arriva un altro bidone , sabato prossimo ci aspetta un nuovo ANELLO.

sabato 11 luglio 2009

FERRATA del ROUAS - Melezet - Bardonecchia (TO) - Piemonte - ITALIA

Data escursione: 11 Luglio 2009
Quota base ferrata (m.): 1370
Sviluppo ferrata (m.): 1000
Dislivello avvicinamento (m.): 0
Difficoltà: Itinerario A - AD (abbastanza difficile)
Itinerario B - D (difficile)
Variante C - PD (poco difficile)
Esposizione: Sud-Est
Località partenza: Melezet (Bardonecchia (To) - Piemonte)
Partecipanti: Io e SIlvia

Finalmente dopo molti tentativi andati a vuoto, visto che a Bardonecchia non esiste alcun negozio che affitta il materiale da ferrata per chi vuole avvicinarsi a questo sport, riesco a convincere mia moglie a venire con me quindi affitto già al venerdì il materiale dal fidatissimo TREKKING SPORT di Avigliana


Alle 9.45 siamo gia al parcheggio di Pian del Colle e alle 10.00, dopo aver indossato l'attrezzatura ed aver dato a Silvia le nozioni base sull'utilizzo delle longe e dei moschettoni, siamo già agganciati per la sua prima esperienza.

Dopo i primi passi incerti ed aver preso confidenza con le attrezzature cominciamo a procedere spediti e senza intoppi tanto che le varie altre persone che sono partite subito dopo di noi, non ci raggiungono permettendoci di affrontare la ferrata in tutta tranquillità e dandoci anche il tempo per immortalare questa prima eperienza di Silvia.


Essendo la prima volta, arrivati al bivio della Balma del Camoscio, decidiamo di tenere la Sinistra seguendo il percorso base e tralasciando la variante atletica.
In breve arriviamo al primo stacco dove ci fermiamo un attimo per ammirare il panorama e per scambiarci le impressioni.

Subito partiamo per il secondo lungo tratto che viaggia prevalentemente in traverso e che diventa leggermente più tecnico proprio per dare soddisfazione anche ai neofiti. Silvia non vuole farsi mancare nè la variante della grotta nè il piccolo ponte tibetano (una bazzeccola per chi come noi due ha gia fatto il Ponte Tibetano più lungo del Mondo di Claviere).
Affrontiamo quindi lìultimo traverso e la discesa che porta al sentiero di rientro.

Il tutto in due ore esatte che , considerando le "soste foto", sono un tempo perfettamente in linea.

Ora non resta che convincere Silvia a seguirmi anche nelle prossime ferrate.


Per tutti i dettagli su questa ferrata vedi Ferrata del ROUAS