giovedì 31 dicembre 2009

Ciaspolata Notturna di Capodanno - Bardonecchia - Val di Susa (TO) - IT

Data escursione: 31 Dicembre 2009
Quota partenza (m.): 1.440
Quota massima (m.): 1.810
Dislivello complessivo (m.): 370
Durata escursione: 4.00h (compresi festeggiamenti e brindisi)
Difficoltà: MR (scala difficoltà)
Località partenza: Pian del Colle - Melezet - Bardonecchia (TO) - Piemonte
Partecipanti: Io e Silvia, altri 20 ciaspolatori, le tre guide Roberto, Piero e Silvia.

Erano alcuni anni che volevamo farlo e questo è stato l'anno buono.
Appena siamo saliti a Bardonecchia per queste feste, siamo andati come di consueto a fare una visita al Capanno delle Guide (www.guidealpinevalsusa.com) di Via Medail dove oltre alle immancabili e precise previsioni del tempo troviamo le simpatiche e sempre disponibili guide alpine (Piero, Roberto e Silvia) con cui abbiamo già fatto diverse escursioni sia estive che invernali.
Con mio grande piacere vedo che anche quest'anno organizzano la ciaspolata in notturna di fine anno...non ci pensiamo un attimo...il 31 ci sarà anche la luna piena e se il tempo ci assisterà sarà una gran bella esperienza. Prenotiamo subito e concordiamo l'incontro per il 31 alle 21.30 a Pian del Colle.

Sono le 21.30 del 31 Dicembre 2009, è l'ultima notte dell'anno.


Il cielo è terso, la Luna è piena con una leggera ombra blu data dalla parziale eclissi, la temperatura è di pochi gradi sotto lo zero e tira una leggera "bisa" (vento in piemontese).
Non c'è che dire è la SERATA PERFETTA.
All'orario stabilito arrivano tutti i partecipanti e rimango decisamente e piacevolmente sorpreso nel constatare che siamo in 22 + le 3 guide.
Giusto il tempo per distribuire e sistemare le ciaspole a tutti quelli che non le hanno, piazzarci le lampade frontali (anche se con questa bella luna e tutta la neve che c'è non ci serviranno) e fare un breve breafing per i neofiti e siamo in partenza.

All'inizio il gruppo si muove decisamente disordinato a mo di gregge sull'ampio prato, ma già dopo qualche minuto ci si allinea ordinatamente lungo il sentiero che sale verso le Grange Teppa. Appena il sentiero comincia a salire il gruppo si sgrana un poco e si divide in tre gruppi. In testa Piero con il gruppo più abituato a quegli strani oggetti allaciati ai piedi (le ciaspole), a seguire Silvia con un altro gruppo e chiude la fila Roberto.

Dopo il primo tratto in salita e più faticoso Piero decide di fare una prima sosta per raggruppare tutti e ne approfitta per offrirci del ottimo Genepy. Da buona guida alpina però lui non tiene il liquore in una comune fiaschetta come tutti noi bensi lo tiene nei bastoncini. Si avete capito bene. Ha degli splendidi LEKI Hot Shot Brandy (e il nome dice tutto) che oltre ad essere degli ottimi bastoncini possono contenere circa 160ml di liquido.

Riscaldati e affascinati dalla novità tecnologica riprendiamo la salita lasciando in alcuni punti il facile sentiero per salire su più difficile traccia attraverso prati e boschi che però ci danno decisamente più soddisfazione.

Dopo circa 2.00h arriviamo alle Grange Guiau che è la nostra meta.
Le grange sono disabitate e visto che la serata non è eccessivamente fredda si decide di allestire il buffett per la mezzanotte su di un tavolo piazzato nel ben mezzo di un prato coperto da oltre 70cm di neve.

Mentre Piero con l'aiuto di alcuni partecipanti, preparano per festeggiare, l'altra guida Roberto assieme a Silvia radunano alcuni partecipanti che vogliono procedere per ancora un'altra mezzoretta. Io sono tra quelli. Saliamo quindi ancora per un pò intanto che Roberto e Silvia ci danno anche alcune informazioni sulla situazione della neve e delle zone a rischio valanghe in questo periodo consigliandoci anche varie escursioni sicure da poter fare nei giorni seguenti. Il discorso si sposta poi anche sulla fauna locale e Silvia da ottima guida naturalistica ci dà parecchie informazioni.

Ritorniamo giù alle grange giusto alle 23.55 e dopo aver cercato, invano, di metterci d'accordo sull'ora per fare il un conto alla rovescia, decidiamo all'unisono di farne uno personalizzato 10..9..8..7..6..5..4..3..2..1..AUGURI!!! BUON 2010.

Il buffet preparato è ricco di panettoni. pandori, torroncini e cioccolatini e anche il bere non manca. C'è caffè e the caldo, spumante secco e dolce, Brachetto, grappa e Genepy.
E' bellissimo, siamo in un posto stupendo, all'aria aperta, al freddo e tra persone appena conosciute ma ci sentiamo tutti uniti dall'amore per la montagna e la natura e siamo felici...ci basta così poco...natura, buona compagnia e un bicchier di vino.


Verso le 00.30 sbaracchiamo e raccogliamo tutti i rifiuti. Ripuliamo la zona e sistemiamo il tavolo che abbiamo usato dove lo abbiamo trovato e caricati gli zaini e inforcato le ciaspole siamo già sulla via del ritorno.

In testa parte in gruppo "tranquillo" comandato da Roberto e con Silvia a chiudere mentre in coda il gruppo "scalmanato" (non potevo mancare anche io) capeggiato da Piero si diletta in tagli per prati e boschi sempre più ripidi.
In chiusura alll'arrivo ci si arrampica su una collinetta che poi scende quasi verticale verso il sentiero. A turni si scende ognuno a suo modo ( chi col sedere, chi cadendo e chi saltando) per chiudere con quattro risate questa bella serata.

Arrivati alle macchine ci salutiamo e ci facciamo nuovamente gli auguri.

Io e Silvia ringraziamo Roberto, Piero e Silvia (le guide) per la fantastica serata e per la buonissima compagnia. Gia li conoscevamo e ci siamo sempre trovati bene con loro ma questa è stata l'occasione per conoscerli meglio e per apprezzarli ancora di più, tanto per la loro professionalità quanto per la loro simpatia.

Buon anno e Buone montagne a tutti

mercoledì 30 dicembre 2009

Ciaspolata da Clots a Grange Piccou - Savoulx - Oulx - Val di Susa (TO) - ITALIA

Data escursione: 30 Dicembre 2009
Quota partenza (m.): 1.125
Quota massima (m.): 1.786
Dislivello complessivo (m.): 661
Durata escursione: 3.30h
Difficoltà: MR (scala difficoltà)
Località partenza: Clots - Savoulx - Oulx (TO) - Piemonte
Partecipanti: Io e Silvia

Lasciata la macchina alla borgata Clots, seguiamo via la Roche fino a quando diventa completamente innevata. Qui mettiamo le ciaspole e cominciamo a salire per la strada (carrozzabile in estate) seguendo le tracce di un quad cingolato che ci agevola la salita.
Saliamo fino al primo tornate a sx seguendo la carrozzabile poi da qui prendiamo il sentiero che sale, a dx, da Savoulx e che di volta in volta taglia la strada che sale serpeggiando. Questo permette, per chi ogni tanto vuole riposare, di lasciare il sentiero e continuare per la strada fino a riprendere volendo nuovamente il sentiero al prossimo incrocio.

Dopo circa 1 ora si arriva alla Cappella di S.Antonio (1.550).


Qui facciamo una sosta ristoratrice mentre ci godiamo il panorama di questa stupenda giornata di sole. Essendo questo versante esposto a sud c'è un bel tepore che ci accompagna per tutta la salita. Proprio per l'esposizione questa gita è fattibile solo in questo periodo perchè è uno dei primi posti dove la neve si scioglie data anche la minima altitudine.

Procediamo ancora per sentiero fino ad arrivare alle Grange Piccou (1.786) o quello che ne resta. Qui ne approfittiamo per una pausa "abbronzatura" e poi ridiscendiamo per l'itinerario di salita concedendoci però dei bei "fuoripista" tagliando per i boschi e godendoci finalmente la neve alta anche se in alcuni punti un pò ventata e dura.

Domani ci riposeremo in vista della ciaspolata notturna di Capodanno organizzata dalle guide di Bardonecchia e alla quale quest'anno non vogliamo mancare.

Buone montagne a tutti

lunedì 28 dicembre 2009

Ciaspolata a Sauze d'Oulx - Val di Susa (TO) - ITALIA

Data escursione: 28 Dicembre 2009
Quota partenza (m.): 1.521
Quota massima (m.): 1.710
Dislivello complessivo (m.): 189
Durata escursione: 2.30h
Difficoltà: MR (scala difficoltà)
Località partenza: Gran Villard - Sauze d'Oulx (TO) - Piemonte
Partecipanti: Io e Silvia

Saliamo a Sauze d'Oulx e seguiamo la strada in direzione Monfol ma ci fermiamo a Gran Villard nei pressi del laghetto (in questo periodo ghiacciato ed adibito a pista di pattinaggio). Da notare che volendo qui è possibile noleggiare le ciaspole per chi non le avesse.
Praticamente di fronte al laghetto, sull'altro lato della strada, parte il sentiero ciaspole battuto e segnalato con appositi cartelli.
Iniziamo il sentiero che è stato battuto e procede con dolci sali-scendi attraverso il bosco fino ad arrivare nei pressi delle grange Souberan (1.679). Qui notiamo molte tracce di animali ed anche resti di pane secco lasciati evidentemente da qualcuno per sfamare cervi e caprioli.
Da qui pieghiamo a destra vul sentiero 2 che però ben presto non è piu battuto. Procediamo comunque seguendo i segnali sugli alberi anche se dobbiamo battere traccia per procedere. Il sentiero continua a salire e comincia a nevicare. In alcuni tratti i cartelli del sentiero sono mancanti e lasciamo alcuni dubbi sulla via da seguire ma conoscendo abbastanza la zona non abbiamo problemi e procediamo fino ad incontrare il sentiero 3 del Gran Bosco di Salbertrand che sale da Monfol.


Ci fermiamo per uno spuntino e una tazza di the caldo (immancabile nello zaino in questa stagione) e poi prendiamo il sentiero in discesa in direzione appunto di Monfol (1.666).
Giunti alla borgata attraversiamo la strada e continuiamo il sentiero 3 in direzione S. Domenico (anche questo non battuto) che dapprima scende verso valle poi lo lasciamo e prendiamo il sentiero che piega sinistra e procede per sali-scendi in direzione di Gran Villard portandoci a chiudere l'anello sulla strada asfaltata che collega Monfol a Sauze.

Nel frattempo ha cominciato a nevicare più forte e ha reso questo tranquillo giro tra i boschi ancora più bello.

Buone montagne a tutti

domenica 27 dicembre 2009

Ciaspolata nella Valle della Rho - Bardonecchia . Val di Susa (TO) - ITALIA

Data escursione: 27 Dicembre 2009
Quota partenza (m.): 1312
Quota massima (m.): 1580
Dislivello complessivo (m.): 268
Durata escursione: 2.30h
Difficoltà: MR (scala difficoltà)
Località partenza: Piazza del marcato - Borgo Vecchio di Bardonecchia (TO) - Piemonte
Partecipanti: Io e Silvia

Questa è una gita abbastanza facile e comoda visto che parte direttamente dal Borgo Vecchio di Bardonecchia dove è facile posteggiare l'auto nel piazzale del mercato (dietro la Chiesa di S.Ippolito).
Attiguo al posteggio vi è una strada (viale San Rocco) che costeggia in salita il torrente della Rho i cui versanti destro e sinistro orografico, costeggeremo realizzando un bell'anello nel bosco.
Saliamo dunque la strada per circa 50m fino al ponte sul torrente. Lo attraversiamo e ci teniamo a dx per la strada carrozzabile che sale alla Punta Tre Croci. Qui inforchiamo le cispole e partiamo. Dovremo seguire la carrozzabile per circa 2km. ovvero fino all'ottavo tornante. Volendo si può anche decidere di fare dei tagli senza seguire la strada ma attenzione a non perdere il bivio che si trova appunto all'ottavo tornante. Noi che abbiamo deciso di non tagliare siamo stati ripagati dall'avvistamento di un capriolo in notevole difficoltà a procedere per l'altezza della neve. Come si può vedere dalla foto infatti affonda fino alla pancia.


Arrivati qui andremo a dx lasciando la stada e iniziamo a procedere su un sentiero che procede pressocchè pianeggiante e percorre il versante Dx orografico del torrente della Rho. Seguiamo sempre il sentiero a volte segnalato ma comunque sempre ben visivile anche non neve abbondante. Ad un certo punto il sentiero inverte a dx e poi a sinistra e prende a scendere rapidamente verso il torrente. Qui il sentiero risulta poco visibile con neve alta ma dobbiamo prendere come riferimento un grosso masso nella gola del torrente presso il quale troviamo un ponte che ci permette di attraversare.


Proprio qui abbiamo la fortuna di fare un piacevole nonchè raro incontro. Troviamo un cervo maschio che, impossibilitato dall'abbondante neve ad uscire dal greto del torrente, ci fissa incuriosito aspettando che ci togliamo dal sentiero per poter procedere per la sua strada. Stiamo un pò a guardarlo fino a che lui si stufa di aspettarci e prende a risalire il torrente.


A questo punto noi attraversiamo il torrente sul ponte completamente ricoperto dalla neve. Io tengo però sempre d'occhio il punto dove abbiamo avvistato il cervo perchè sono convinto che ritorni, ed infatti appena noi siamo sul versante opposto ecco che lui torna sui suoi passi e arrivato dove eravamo noi ad osservarlo inizia a salire nel bosco ripido.


Ora siamo sul versante SX orografico e cominciamo a persorrere il sentiero al sole. Facciamo quindi una pausa su di un prato assolato con una insolita vista sulla punta 4 Sorelle. Dopo una tazza di the caldo e un leggero spuntino, riprendiamo a scendere fino ad arrivare alla fine del viale San Rocco.
Togliamo le ciaspole e fatti 200-300 metri di asfalto siamo nuovamente all'auto.

Qeusto è stato un ottimo anello. Semplice e bello per la natura del sentiero e del bosco in cui si svolge, nonchè entusiasmante per l'inaspettato incontro.

Buone montagne a tutti

Il DAHU di Luca

Ecco il quarto dei nostri ANIMALI FANTASTICI


Il DAHU è un animale fantastico la cui leggenda è molto diffusa in tutta la Conca di Bardonecchia. La sua diffusione però è conosciuta in tutta la cultura francofona dalle Alpi ai Pirenei.
E' un mammifero quadrupede incrocio di varie specie di mammiferi. Alcuni dicono tra un tasso e una capra altri tra un camoscio e una volpe. Ha però sempre come caratteristica il fatto di avere le zampe asimmetriche ovvero quelle a destra più cotre di quelle a sinistra, e viceversa.


Questa caratteristica gli permette di correre molto velocemente a mezza costa sui ripidi terreni di montagna. Nel primo caso si perla di Dahu levogiro mentre nel secondo di Dahu destrogiro in quanto a causa di questa caratteristica fisica è costretto a girare sempre attorno alla montagna nello stesso verso.


I Dahu destrogiri camminano in senso orario mentre i Dahu levogiri camminano in senso antiorario.

La tradizione vuole che esista un modo molto facile e singolare per catturarlo. Bisogna sorprenderlo alle spalle ed urlare ad alta voce "DAHU" e quindi l'animale, molto curioso di natura, si gira per vedere chi lo ha chiamato e trovandosi improvvisamente con le zampe corte a valle, rotola giù dalla montagna dove un nostro compare armato di sacco potrà facilmente catturarlo.


Alcuni insigni studiosi affermano che quando gli uccelli e i mammiferi diversero, i Dahu tirarono dritto, conservando zampe e pelo cari ai mammiferi ma riproducendosi deponendo uova, come gli uccelli, nei crepacci e nelle cenge rocciose.
Troverebbe così fondamento una sorta di commercio di uova di camoscio ai turisti creduloni che sarebbero in realtà uova di Dahu.
Tuttavia la teoria più accreditata sulla riproduzione del Dahu sostiene che nella stagione degli amori, in inverno, il Dahu maschio che avverta la presenza di una femmina sia capace di percorrere decine di chilometri per incontrarla.


Tuttavia trovandosi uno di fronte all'altra sorgerà un problema difficilmente sormontabile avendo le zampe più corte poggiate sullo stesso lato della montagna. L'accoppiamento risulta oltremodo funanbolico.
Ecco perchè la riproduzione del Dahu avviene soprattutto per trasmissione orale nei rifugi e nei bivacchi di alpinisti e trekker, o nelle poste di cacciatori e naturalisti.

venerdì 25 dicembre 2009



" La via verso la cima
è come il cammino verso se stessi:
SOLITARIO
"

(Alessandro Gogna)

martedì 22 dicembre 2009



" La lotta che conduce verso le cime
basta a riempire il cuore di un uomo
"

(Albert Camus)

mercoledì 16 dicembre 2009

Sferoblasti di GIANNI

Ecco la galleria degli SFEROBLASTI di Gianni

Occhi Bassi


Sferoblasti di ALESSANDRA

Ecco la galleria degli SFEROBLASTI di Alessandra

Musetto di LUPO



ALIEN




CESARE




ORSETTO Seduto




Cono GELATO

Sferibalsti di LUCA

Ecco la galleria degli SFEROBLASTI di LUCA

Musetto di MARMOTTA



Testa di ELFO




Mano


Lumachina



Gelatino


venerdì 11 dicembre 2009

Sferoblasti de "IL SIGNORE DEGLI ANELLI"

Ecco la prima galleria di SFEROBLASTI del "Signore degli Anelli...per non parlar del cane"

Guanto di BABBO NATALE



Presentazione SFEROBLASTI

Ho deciso di aprire questa nuova categoria dedicata agli SFEROBLASTI per far conoscere a tutti voi queste meravigliose formazioni naturali che si formano sugli alberi e si lasciano scoprire man mano che vengono pulite dalla corteccia e dalla resina che li ricopre.

La leggenda narra che gli sferoblasti siano piccoli spiritelli del bosco rimasti intrappolati nella corteccia in attesa che qualcuno li scopra e li liberi dalla loro schiavitù portandoli alla luce in tutta la loro bellezza. Ecco perchè sono gli sferoblasti che ci chiamano a essere scoperti quando camminiamo nel bosco e non noi che li troviamo...provare per credere...è un'esperienza unica...e quando avrete trovato e scoperto il vostro primo sferoblasto non riuscirete più a smettere.


Vi invito quindi ad inviare, se volete, quante più foto con descrizioni potete dei vostri SFEROBLASTI.

Io li pubblicherò in questa raccolta con il nome del suo SCOPRITORE.

giovedì 10 dicembre 2009



" A chi mi chiede:
Perchè vai in montagna?

gli rispondo:
Se me lo chiedi non lo saprai mai "


(Ed Vierstus - In vetta senza scorciatoie)

domenica 22 novembre 2009

Trekking a Punta dell'Aquila - Giaveno (TO)

Data escursione: 22 Novembre 2009
Quota partenza (m.): 1.245
Quota massima (m.): 2.125
Dislivello (m.): 880
Distanza complessiva (Km.): 10.2
Tempo di salita: 1,50h
Difficoltà: E
Località partenza: Alpe Colombino - Giaveno (Giaveno (TO) - Piemonte)
Partecipanti: Io in solitaria

Questa domenica non sono riuscito a trovare nessun compagno per una sgambata ma avevo proprio bisogno di camminare e di respirare una pò d'aria frizzante. E poi dovevo testare il nuovo equipaggiamento invernale.
Nuovi scaponi Garmont Vetta, nuovi pantaloni alpinismo Ferrino Hi-lab e nuovo softshell.

Decido quindi di andare all'Aquila di Giaveno. A pochi minuti da Torino, 880m di dislivello, giro breve ma intenso e giusto per andare e tornare in mattinata pestando anche un pò di neve. Ottimo...aggiudicato.

Appena sveglio mi affaccio alla finestra e non si vede oltre i 5 metri per la spessa nebbia...me ne frego...ho deciso che vado...colazione, mi vesto, prendo la macchina in direzione Giaveno. Proseguo fino a Ponte Pietra poi prendo a sx per la Maddalena e direzione l'Aquila.

Alle 9.00 sono sul piazzale dell'Alpe Colombino.
Calzo gli scarponi, prendo i bastoncini e accendo il GPS e sono pronto a partire.
Anche qui c'è una nebbia spessa e la visibilità e scarsa. Comincio a salire lungo la strada che porta ai vecchi impianti da sci. Qui infatti è dove è nato lo sci alpino nel lontano 1896 grazie ad Adolfo Kind che per primo portò gli sci in Italia e proprio qui fece le sua prima uscita. (Vedi storia di Adolfo Kind)

Il sentiero parte subito ripido e non molla quasi mai, si segue la strada ben tracciata ma sconnessa fino ad arrivare a ciò che resta della stazione intermedia del vecchio skilift. Siamo a quota 1.500 e comincia ed esserci la neve. Le tracce del sentiero non si vedono più e anche le tracce già battute con questa nebbia sempre più fitta diventano difficili da seguire. Il bianco della neve spara col bianco della nebbia e ovatta contorni e rumori. E' un'atmosfera irreale ma per un certo verso piacevole se non fosse che mi rallenta il passo perchè ogni tanto mi fermo per prendere dei riferimenti approfittando di qualche piccola schiarita.
Dopo circa 1 ora dalla partenza il cielo si apre improvvisamente e mi fa vedere pochi metri avanti a me il rudere dell'arrivo degli impianti e più in alto sulla destra la Punta dell'Aquila.
Lo spettacolo che si presenta è incredibile. Un mare di nuvole hai mie piedi avvolge tutto e fa spuntare solo le cime più alte in lontananza.

Da qui il sentiero spiana per un pò per poi riprendere a salire e diventare sempre più ripido e più innevato. Taglio due tornanti salendo per prati sulla dx e portandomi in cresta fino alla base dell'ultima salita.
Da qui la neve comincia a essere più profonda e diventa difficile camminare. Se cerco di farmi una traccia nuova ogni tanto la crosta di neve cede e spezza il passo mentre seguendo la traccia già parzialmente battuta si deve cercare di utilizzare le impronte lasciate.

E' l'ultimo strappo fino alla leggera sella che divide a dx la Punta dell'Aquila con la sua croce e a sx il bivacco Mautino con la cappella.


Arrivato al piccolo colle seguo a dx in cresta facendo attenzione perchè il ghiaccio formatosi sulle pietre le rende decisamente scivolose, fino ad arrivare alla croce che segna la vetta.
Ora che sono fermo e sudato dalla salita comincio a sentire il freddo. Come solito sono salito col pile leggero perchè avevo caldo ma ora è ora di vestirsi e scaldarsi. Mi cambierò dopo nel bivacco.


Ora è tempo di godermi lo spettacolo che si apre ai miei piedi. Sotto di me un mare di nuvole che copre tutto. Spuntano solo le vette più alte.
Ecco il Monviso con un cappello di nuvole.


Ripercorro la cresta fino al colle e scendo fino al bivacco Mautino con annessa cappella.


Il bivacco vero e proprio è chiuso ma ha un piccolo locale che fa da anticamera che è sempre aperto e permette di cambiarmi al riparo dal vento gelido che soffia fuori. Mi mangio una barretta e bevo un pò d'acqua. Mi infilo guanti e cappello e sono pronto per scendere tagliando per pratoni innevati fino alla strada che ho percorso in salita.

In meno di 1h sono al piazzale dove ho lasciato l'auto.

Il test materiali è andato benissimo.
Ottimi i pantaloni, caldi ed elasticizzati al punto giusto lasciano liberi i movimenti e le tasche sulle cosce sono comode per la macchina fotografica al riparo da eventuali cadute.
Gli scarponi sono eccezionali. Buona tenuta laterale e la suola garantisce presa sia sul terreno friabile che sulla neve.
Il softshell è il peso ideale per me che odio salire troppo coperto e sudando. Ottimo riparo dal freddo e dal vento con poco ingombro.

Saranno state le condizioni atmosferiche particolarmente suggestive, sarà stata la salita in "solitaria", sarà che era tempo che volevo venirci, ma questa gità mi è veramente piaciuta.
Breve ed intensa al tempo stesso e di grande soddisfazione.

Me la segno e alla prossima nevicata voglio farmela con le ciaspole...e magari in notturna sotto una bella stellata (...preparati Gianluca!!). Sarà dura in salita ma mi immagino già la goduria in discesa.

Buone montagne a tutti !!!

martedì 3 novembre 2009



" Nessun vento è favorevole per chi non sa dove andare,
ma per noi che sappiamo,
anche la brezza è preziosa"

(R.M.Rilke)



domenica 1 novembre 2009

Trekking ad Anello San Rocco di Camogli - San Fruttuoso - San Rocco

Data escursione: 01 Novembre 2009
Quota partenza (m.): 245
Quota massima (m.): 275
Quota arrivo (m.): 0
Distanza complessiva (Km.): 6.0
Durata trekking: 2,45h di trekking (da San Rocco a San Fruttuoso)
(aggiungere i tempi per visita all'Abbazia e alla Torre)
0,30h di battello (da San Fruttuoso a Punta Chiappa)
0,45h di trekking (da Punta Chiappa a San Rocco)
Difficoltà: EE
Località partenza: San Rocco di Camogli (Camogli (GE) - Liguria)
Partecipanti: Io & Silvia, Massimo & Elena

Questa domenica abbiamo deciso di fare un trekking un pò speciale.
Speciale perchè è sicuramente assimilabile ad un trekking in montagna ma si svolge al mare. Ad una quota compresa tra gli 0 e i 280 metri è decisamente inusuale per chi va in montagna, ma altrettanto faticoso, selvaggio, impegnativo e decisamente entusiasmante. Se non fosse altro per l'inusuale panorama di strapiombi sul mare.


Questo è uno degli itinerari più affascinati del Parco di Portofino perchè per quasi la sua totalità è panoramico a 180° sul mare e sulla costa. Ha dei passaggi a picco sul mare attrezzati con catene che lo rendono decisamente elettrizzante.
Proprio per questo motivo il sentiero è segnalato come EE (Escursionisti Esperti) che per chi è abituato ad andare per monti non è un problema mentre è sconsigliabile a chi ha poca dimestichezza con i sentieri esposti o ha problemi di vertigini.

Usciti dall'autostrada a Recco, seguiamo per Camogli e poi salendo in direzione Livorno, giriamo a destra verso San Rocco di Camogli.
Lasciata l'auto nel parcheggio (a pagamento!!!!) prima del borgo di San Rocco, si procede all'interno del paese e dal sagrato della chiesa, con affaccio sul mare, inizia il sentiero.

Dapprima vi tratta di un vero e proprio viottolo con tanto di ringhiera che ci porta ad attraversare le caratteristiche località di Poggio e Mortola con i suoi "troumpe l'oil" poi diventa effettivamente sentiero e si addentra nella vegetazione ricca di lecci e carpini neri e soprattutto in questo periodo di Corbezzoli con i suoi frutti rossi in maturazione.


In breve ci si apre il panorama a 180° sul mare e la costa. Sotto di noi si vede benissimo la sottile lingua rocciosa di Punta Chiappa con le sue acque cristalline che permettono anche da quassù di notare le variazioni di colori del fondale. Dalle zone di massi caduti dal pendio alle zone sabbiose maculate dalle scure praterie di posidonia.

Si arriva poi alla località Fornelli o denominata anche Batterie per la presenza delle batterie antiaerei con annessi bunker e costruzioni, della seconda guerra mondiale.
Da qui il sentiero scende dolcemente verso Punta Budego fino ad arrivare al famoso Passo del Bacio.


Questo è il punto estremamente esposto ma attrezzato con catene che ne rendono sicuro e affascinante il passaggio.
Si procede ancora su sentiero fino ad arrivare nuovamente ad un punto decisamente esposto a quota 136m, per poi procedere in discesa su sentiero fino a quasi 70m sul livello del mare.


Da qui comincia la ripida e faticosa salita fino alla Costa del Termine. Si sale di solo 200 metri ma in pochssimo tempo e anche se siamo già al 1° di novembre il caldo si fa sentire nonostante il sentiero risale un valloncino umido e parzialmente ombreggiato.

Da qui è tutta discesa fino alla spiaggetta di San Fruttuoso. Fortunatamente la giornata è assolata e ci ha permesso di stare in pantaloncini e maniche corte.
Ci sdraiamo in spiaggia a riposarci, fare uno spuntino e godere dello spettacolo di questa bellissima insenatura.
Volendo ci sono almeno tre ristorantini e bar dove poter mangiare.


La spiaggia e la relativa Abbazia con il piccolo borgo, sono letteralmente incastrati tra le ripide partei delle montagne e il mare.
Dopo esserci rilassati il tempo comincia a peggiorare il sole va a nascondersi dietro ad una densa foschia. Ci soffermiamo ancora una mezz'oretta per la visita immancabile dell'Abbazia ora di proprietà del Fondo Ambientale Italiano e siamo pronti per il rientro che faremo con il battello.

Il battello impiegherà circa una mezzoretta e ci permette di vedere, anche se a stento, il sentiero che abbiamo percorso che risulta perfettamente mimetizzato nella selvaggia costa del promontorio.

Da qui ci sono due possibilità di chiudere l'anello su San Rocco.
La prima prevede lo sbarco a Punta Chiappa dove con un sentiero facile e scalinato in circa mezz'ora si sale fino al borgo.
La seconda invece prevede di sbarcare a Camogli per una visità del caratteristico e animatissimo paese e perchè no per una degustazione della tipica Focaccia e rientrare a San Rocco con il pullman urbano che parte di fronte alla stazione ferroviaria.

Anche oggi abbiamo fatto una bella gita, decisamente diversa dagli ambienti soliti ma allo stesso tempo particolarmente affascinate e che permette di abbinare un pò di attività all'aria aperta e un pò di cultura.

Potete trovare ulteriori informazioni sul sito del Parco di Portofino.

Buone montagne (e stavolta anche mare) a tutti

domenica 25 ottobre 2009

sabato 24 ottobre 2009

ALPI 365° Montagna Expo 2009 - Torino


"Salone biennale, all'interno del progetto triennale (2007-2009) della Regione Piemonte che pone al centro dell'attenzione del pubblico la montagna e le sue risorse. Un evento fuori dal comune, dal 23 al 25 ottobre 2009 presso il Lingotto Fiere, per far scoprire a visitatori e operatori le opportunità che la montagna offre.
La seconda edizione della manifestazione si impernia intorno a cinque temi centrali: Turismo, Vivibilità, Economia, Sport e Cultura e ha come riferimento geografico principale lo spazio definito dal territorio dell'Euroregione Alpi Mediterraneo. La manifestazione rappresenta un eccezionale momento di confronto a disposizione di tutti, con un programma ricco di appuntamenti ed eventi, rivolti a turisti del fine settimana e/o di lungo periodo, a sportivi e appassionati, agli studenti e più in generale alla famiglia, a cui offre un fine settimana all'insegna dell'"aria di montagna", ma anche agli operatori economici e alle piccole aziende montane."
Questa è la presentazione ufficiale dell'expo tratta dal siro www.alpi365.it
SInceramente il salone è risultato decisamente povero e scarso si espositori soprattutto per quanto riguarda le valli Olimpiche. Per una città come Torino circondata a 180° da montagne e sede dei giochi invernali del 2006 sinceramente mi sarei aspettato molto di più.

Sono stato molto contento invece dell'accoglienza fatta dalle guide alpine del Cai che davano la possibilità di provare la palestra di arrampicata. Dopo tutte le ferrate fatte mi è piaciuto decisamente arrampicare in libera e l'esperienza è stata decisamente entusiasmante anche se la parete era bassa e non avevo l'abbigliamento adatto. Le mie scarpe scivolavano come sul ghiaccio e le mani sudate per l'emozione di certo non mi aiutavano.

Bello e ricco invece il calendario di appuntamenti, soprattutto con i protagonisti dell'alpinismo ed è stato veramente interessante potervi partecipare.


In particolare io ho voluto visitare il salone sabato 24 per assistere alla conferenza di Walter Nones che ha raccontato è mostrato il filmato "vero" di ciò che accadde nella spedizione sul Nanga Parabat del Luglio 2008. La spedizione era composta da Walter Nones, Simon Kehrer e Karl Unterkircher che purtroppo perse la vita scivolando in un crepaccio a 6.400m di altezza. I due compagni sopravvissuti una volta scesi nel crepaccio e appurata la morte del compagno hanno aspettato un giorno intero in quel punto pensando a cosa fare. Poi presero l'unica decisione possibile per sopravvivere loro stessi, ovvero continuare la salita fino al congiungimento della via di discesa (la via Buhl) ed escludendo volutamente la salita alla vetta che era un traguardo da condividere tutti e tre assieme e non aveva alcun senso raggiungere solo in due.
Prima di ricominciare la salita però hanno piazzato una picozza ed uno zaino nel punto esatto dove si trovava il loro compagno con l'intenzione di tornare subito una volta tornati al campo base, per recuperare il corpo di Karl.
(...questo dovrebbe far riflettere le varie persone che parlarono e scrissero senza sapere...)
La visione del filmato e il racconto dalla voce di uno dei protagonisti è stato decisamente entusiasmante e commovente e mi hanno fatto rendere conto di quante inesattezze (per non dir peggio) i giornalisti abbiano scritto e scrivano su fatti che non conoscono, ogni volta che succede un'incidente in montagna.


Colgo l'occasione per chi fosse interessato, per invitarvi a visitare il sito ufficiale di Walter Nones e a leggere il bellissimo libro scritto insieme al suo amico Simon "E' la montagna che chiama"



Altro appuntamento decisamente interessante è stato quello con Maurizio Zanolla ovvero "Manolo" che mi ha fatto scoprire un altro lato del suo carattere che non conoscevo. Io lo conoscevo solo dalla televisione e dai media ed ero rimasto ai tempi del team Sector No-Limits in cui lui era un mostro di bravura che aveva abbattuto ogni limite fisico dell'arrampicata, distruggendo tutte le scale di misura delle difficoltà. Ora invece ho avuto modo di scoprire il suo grande carattere umano e schivo che ama la montagna sopra ad ogni cosa e vede la salita su di essa non come una sfida ma come una condivisione con la natura stessa.

giovedì 8 ottobre 2009

Trekking dei LAGHI PALASINA - Val D'Ayas - (AO) ITALIA

Data escursione: 08 Ottobre 2009
Quota partenza (m.): 1.830
Quota massima (m.): 2.694
Quota arrivo (m.): 1.877
Dislivello complessivo (m.): 864
Distanza complessiva (Km.): 16.0
Durata giro: 5,00h di trekking (aggiungere tempi di sosta)
Difficoltà: E
Località partenza: Parcheggio Impianti Estoul - Val d'Ayas (Brusson (AO) - Valle d'Aosta)
Partecipanti: Io e Gianluca & Maggie

Ci prendiamo questo giovedì di libera uscita nonostante le previsioni che per oggi danno possibili precipitazioni ed in quota anche le prime nevicate.
Ma noi non ci preoccupiamo anzi al fresco si cammina meglio.


Visto che il mio compagno di oggi, Gianluca, arriva da Novara decidiamo di buttarci in Valle d'Aosta e più precisamente in Val d'Ayas. Ci troviamo quindi al casello di Verres dove lasciamo un'auto e proseguiamo con la sua visto che ha portato anche il suo bellissimo cane Maggie.
Ci fermiamo a Brusson per comperare da mangiare per il pranzo al sacco e saliamo verso Estoul.
Lasciamo l'auto nel pargheggio degli impianti sciistici poco dopo la frazione da dove parte la strada sterrata con già i cartelli indicatori dei laghi e il tabellone informativo.
E' la prima volta che veniamo da queste parti e subito notiamo la differenza tra i nostri sentieri. Qui è pieno di cartelli segnavia con tanto di tempi di percorrenza (giusti!!), difficoltà e quota raggiunta.
Un rapido sguardo al tabellone con foto di rito (può sempre servirci durante il trekking per orientarci) e decidiamo di salire fino al Lago della Battaglia e poi fare un anello che arriva fino al Lago Lungo, poi il Lago Briguenz e di nuovo al Lago della Battaglia per poi rientrare.

Alle 9.30 siamo pronti a partire e procediamo dunque su una comoda strada sterrata facendo qualche taglio di tornanti su sentiero. Dopo circa 45' siamo al primo bivio che volendo con 10' di deviazione sale al Lago Literan. Tralasciamo il bivio e proseguiamo fino al bivio che indica il Rifugio Arp (chiuso in questo periodo). Tralasciamo anche questa indicazione seguendo la strada che sale verso sx.

Dopo 1h30' dalla partenza siamo alla fine della strada in prossimità di alcune costruzioni. Qui inizia un sentiero che costeggia il torrente sulla sx e dopo poco siamo al ponticello in pietra che delimita il Lago della Battaglia 2490m.
Da qui inizia il nostro anello. Saliremo sul versante SX (orografico) e scenderemo da quello DX(sempre orografico).


Scavalchiamo quindi il ponticello e cominciamo a salire. Rimaniamo sempre più meravigliati perchè mano a mano che si sale il Lago della Battaglia si presenta sempre più grande e perdipiù collegato ad altri tre laghi tutto attorno.
Si procede su sentiero dolce fino alla fine del lago. Da qui il sentiero sale decisamente ripido. Si vede il lago Pocia alle nostre spalle e si arriva finalmente al Lago Lungo 2650.
Siamo quasi al culmine del nostro giro. Il tempo di due foto e risaliamo sulla sx evitando il sentiero che porta al Cordo Bussola 3023m. Saliamo ancora 40metri e dopo 15minuti siamo in vista del Lago Bringuenz.



Lo spettacolo che ci si para davanti è spettacolare. Il lago appare tutto d'un tratto nella valle sottostante (circa 50metri sotto di noi). E' di un verde smeraldo splendido, incastonato tra pareti scoscese e verso valle un mare di nuvole bianche e ovattate a perdita d'occhio e che fa emergere solo le cime più alte. Giusto il tempo per alcune foto ed ecco che le nuvole salgono fino a far sparire il lago...e poi anche noi siamo tra le nuvole. L'aria si fa più umida e fredda. Ci vestiamo e scendiamo verso il lago della Battaglia per il ritorno.
E' ora di pranzo. Cerchiamo un bivasso sottovento e ci fermiamo per cambianci e rifocillarci.


Dopo una mezzoretta di pausa decidiamo di rientrare anche perchè il tempo che fino ad ora aveva alternato squarci di sole a nuvole minacciose, ora si è completamente coperto ma, fortunatemente, di nuvole che non promettono pioggia.

Ridiscendiamo per la strada del ritorno facendo vari tagli dove vediamo la strada e eccoci nuovamente all'auto.

Ringraziamo, come sempre, fratello sole che ci ha concesso una giornata discreta ed esente da pioggia e per un certo senso molto affascinante.

Per qualche ora abbiamo camminato sulle nuvole.

Buone montagne a tutti

giovedì 1 ottobre 2009

Trekking ad ANELLO - Tour del GRAND SEROUS - Valle Stretta - (TO) ITALIA

Data escursione: 01 Ottobre 2009
Quota partenza (m.): 1.760
Quota Massima (m.) : 2.725
Quota arrivo (m.): 1.760
Dislivello complessivo (m.): 965
Distanza complessiva (Km.): 16.0
Durata giro: 5,10h di trekking (aggiungere tempi di sosta)
Difficoltà: EE
Località partenza: Rifugio "I re magi" - Valle Stretta (Bardonecchia (To) - Piemonte)
Partecipanti: Io, Piero & Camilla, Alessandra, Luisa, (Aurora...col pensiero)

Ci prendiamo questo giovedì di libera uscita per fare il Tour dei Tour. Un gran bell'anello attorno al Gran Serous, in Valle stretta ai piedi del Monte Thabor.
Naturalmente l'organizzatore è sempre
"Il Signore degli anelli (per non parlar del cane)" che questa volta ha veramente superato se stesso proponendoci questo spettacolarissimo anello che in questa stagione ci presenta dei colori e delle ambientazioni a dir poco suggestive.


In queste zone io ci sono stato parecchie volte, sia in estate che in primavera, ma colori ed ambientazioni così affascinanti come quelle di questo inizio di autunno non ne avevo mai viste.
Lasciamo l'auto al parcheggio dei rifugi 3° Alpini e Re Magi. La giornata è abbastanza bella ma in vetta si vedono dei nuvoloni minacciosi che si muovono velocemente.


Cominciamo a camminare e arrivati al Pian della Fonderia (30min dalla partenza) siamo già belli caldi, ci svestiamo e prendiamo a destra sul ponte prima della cascata e seguiamo il sentiero che sale dapprima ripido, poi si addolcisce costeggiando il ruscello e poi riprende a salire ripido tra le rocce fino a giungere sulla sommità di un pianoro ai piedi del Gran Serous, da dove si gode di un'ottima vista sulla valle. Il Pianoro è attraversato da un placido ruscello e poco più avanti sulla dx c'è anche un bel laghetto.


Seguiamo dritti il corso del ruscello e lo seguiamo anche quando salendo questo piega a sx (tralasciando l'indicazione Pont che a dx ci indica la salita al colle che porta a Refuge del Thabor nei pressi del Lac Marguerite).
Appena pieghiamo a sx ci si apre la vista al Thabor con la sua chiesetta sommitale visto che siamo praticamente dietro al Gran Serous.


Qui il sentiero comincia a salire più rapidamente tra rocce e cespugli di mirtilli. Addirittura qui si crea un particolare microclima che possiamo degustare ancora dei mirtilli buonissimi anche se decisamente fuori stagione.
Si continua sempre costeggiando il ruscello e seguendo gli "ometti" fino ad arrivare al Lago Peyron che ci troviamo sulla sx.


Questo sentiero è la salita al Thabor dei francesi che arrivano dal Refuge de Thabor. Gli italiani invece normalmente salgono dall'altro versante, che noi utilizzeremo in discesa per compiere l'anello.


Il Lago è carino e dalla strana forma quadrata, incastrato per due lati sotto un'alta parte a strapiombo e sfasciumi di morena. Per questo gran parte della sua superfice risulta quasi sempre in ombra ma sul lato opposto (ovvero da dove arriva il sentiero) si gode di un'ottima vista sul Monte Thabor.

Ci fermiamo per uno spuntino e qualcuno ne approfitta anche per fare un pisolino. Io mi aggiro nei dintorni per qualche foto e poi si riparte. Anche perchè il tempo diventa sempre più scuro anche se ogni tanto ci regala qualche squarcio di caldo sole.


Tenendoci il lago sulla dx, prendiamo il sentiero che sale, e aggirando il lago ci porta al colle sotto ai pinnacoli del GRAN SEROUS.


Qui siamo praticamenti sulla bastionata che sovrasta il Lago Peyron. Ora il sentiero procede dritto e in dolce salita sino ad arrivare al Colle de Meandes. Questa è la nostra quota massima nonchè culmine dell'anello. Un ultimo sguardo al Monte Thabor e poi scendiamo dalla via normale dall'italia per la salita a quest'ultimo.



La discesa ci regala gli utimi scorsi sul Gran Serous, il Cheval Blanc e l'incontro con le numerose marmotte che popolano questo assolato vallone.


Scendendo possiamo vedere vari laghi tra cui il Lac lavoir (o lago Lavora). Arrivati al Pian delle Planche (attraversamento su ponticello...appunto planche) seguiamo il sentiero a sx.
Qui la discesa si fa più dolce fino ad arrivare alla antica Miniera del Banchet nei pressi della Maison des Chamois (casa alpina del comune di Nichelino) dove il sentiero diventa più ripido. Qui si può scegliere di seguire la carrareccia o tagliare su sentiero fino a giungere al pian della Fonderia e chiudere l'anello.

Ancora circa 30min. e siamo nuovamente ai rifugi ed al parcheggio.

Ringraziamo fratello sole che ci ha concesso una giornata discreta ed esente da pioggia. Ringrazio tutti i miei compagni di gita per la bellissima giornata di relax, nonostante la stanchezza.

16Km, 1000m di dislivello per 5 ore di cammino....ottimo trekking

Buone montagne a tutti